Il ritorno ad altissimi livelli di Christian Eriksen è prima di tutto un sospiro di sollievo. Dopo l’ansia vissuta l’estate scorsa per il suo attacco cardiaco, saperlo in grado di continuare a fare ciò che più ama è una bellissima notizia. Tornato a svolgere attività da calciatore professionista solo a gennaio, dopo sei mesi al Brentford in cui ha ritrovato la confidenza con la Premier League si è trasferito al Manchester United.
Per il classe 1992 si tratta di una sfida molto stimolante, poiché col traffico sulla trequarti dei Red Devils il posto da titolare sarà tutt’altro che scontato. Lui, ex Ajax, trova un simbolo del passato recente dei Lancieri come l’allenatore Erik ten Hag. Dopo un lungo percorso in Olanda, e una finale di Champions League sfiorata e sfuggita proprio contro il Tottenham in cui militava il danese, è arrivata la scelta di mettersi in gioco in Inghilterra.
Nell’anno zero del Manchester United, Christian Eriksen può essere un leader tecnico, dispensatore di classe ed esperienza. Il suo calcio è profondamente affine a quello di Erik ten Hag. Che l’allenatore opti per il 4-2-3-1 o il 4-3-3 (suoi due sistemi di gioco più utilizzati), l’ex Inter sa alla perfezione come inserirsi e come interpretare entrambi. Con Antonio Conte ha spesso ricoperto il ruolo di mezzala, mentre al Tottenham ha giocato prevalentemente da 10 puro.
La vera incognita è la concorrenza. Bruno Fernandes e Donny van de Beek sono entrambi competitor. Difficile vederne più di 2 in campo contemporaneamente, poiché faticherebbero a giocare in ruoli diversi da quelli di interni di centrocampo o trequartisti. Una stagione, tuttavia, in Inghilterra è lunghissima e dopo anni così difficili ogni competizione diventa un obiettivo da centrare, una chance di vittoria. Non c’è dubbio che Eriksen saprà dare il proprio contributo alla causa e lasciare il segno, come sempre fatto in carriera, anche in questa nuova esperienza.
