Aggredire per non soffrire, l’evoluzione tattica di Giovanni van Bronckhorst

EVOLUZIONE TATTICA VAN BRONCKHORST – “Voglio allenare tutte le squadre in cui ho giocato” disse Giovanni van Bronckhorst nel maggio del 2020, mentre l’incubo Covid incombeva su tutti noi. Mica male come obiettivo per chi come lui da giocatore ha vestito le maglie di Feyenoord, Rangers, Arsenal e Barcellona, oltre ovviamente a quella della Nazionale olandese.

Arrivato alla guida del Rangers lo scorso novembre, in uno dei momenti più delicati della storia, con carisma e duttilità si è calato nella parte, riuscendo ad apportare man mano quei cambiamenti tanto impercettibili quanto decisivi ai fini del risultato finale. Prendere il posto di Steven Gerard, che ha riportato il titolo Nazionale in patria dopo dieci anni, è stata impresa tutt’altro che scontata.

Il percorso

Il percorso del tecnico olandese in terra scozzese è stato tutt’altro che scontato. Anzi. L’avvio non può considerarsi di certo dei migliori: sconfitta per 1-3 nella semifinale di League Cup. La seconda gara, però, è quella che col senno di poi può considerarsi decisiva: 2-0 alla Sparta Praha in Europa League e passaggio del turno. La lotta col Celtic in Premiership si è mantenuta aperta per diverse giornate, fino al netto 3-0 con cui Hatate e compagni si sono sbarazzati del Rangers. Da lì partono i nuovi accorgimenti tattici e di approccio apportati dal neo tecnico Giovanni van Bronckhorst.

L’evoluzione tattica

I metri. La prima cosa che ha chiesto l’olandese ai suoi, per apportare un cambiamento significativo nell’identità, è stata quella di occupare in campo quanti più metri possibili. Abolire dunque il baricentro basso e la condensa della propria metà campo tipica della filosofia imposta da Gerard, per aggredire interamente le porzioni di campo a disposizione, accettando l’uno contro uno. La prima svolta significativa coincide con questo passaggio. Linea di difesa sensibilmente più alta, ricerca continua di verticalizzazioni e grande aggressività in fase di pressing per provare a recuperare la palla nella zona di campo migliore possibile, accettando serenamente i rischi.

Tale concezione ha trovato particolare risvolto in Europa, la conquista del pass per la finalissima lo dimostra, proprio perché l’evoluzione del calcio spinge sempre più in questo senso e, anche le normative UEFA, con l’abolizione della regola del gol in trasferta, hanno spinto allenatori e giocatori a puntare su una concezione del calcio maggiormente offensiva e volta ad offendere, piuttosto che alla gestione.

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Van Bronckhorst, successivamente, ma non in ritardo, ha capito in quale direzione era bene remare e lo ha fatto applicando a tale direzione la sua concezione e percezione del calcio, di notevole rilievo, acquisita negli anni che lo hanno visto protagonista in campo e durante lo studio dei nuovi modelli tecnico-tattici che stanno rivoluzionando il calcio europeo e mondiale.

Piccolo spoiler: a cavallo tra il 2019-2020, ha collaborato con il City Football Group, senza che nessuno sapesse cosa ci facesse esattamente lì dentro. Mesi dopo dichiarò: “L’anno scorso sono stato cinque mesi nel City Football Group e ho passato un sacco di tempo a Manchester con Pep. E’ stato molto aperto. Mi ha parlato dei suoi metodi di allenamento e ho avuto la possibilità di guardare tutto e parlare con il suo staff”.

By Demetrio Oriolo

Durante il percorso di formazione classica ho sviluppato l'interesse per il giornalismo. Mi sono immerso nel mondo dell'informazione nel 2016, prendendo parte ad alcuni progetti in via di sviluppo, salvo poi continuare questo percorso di formazione e di crescita lavorando per prestigiosi progetti quali "Il Calcio Calabrese", "Calciomercato Report", "La Politica del Popolo" e "Calciatori Ignoranti". Sono uno dei fondatori del blog "Carpe Ideam". Nel corso degli anni ho collaborato con le testate "La Notizia Sportiva", "Pianeta Serie B" e "Calabria Live" e con il blog "Pianeta Champions" nel ruolo di editorialista. Vanto diverse pubblicazioni con "Il Quotidiano del Sud".

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