🟣 Due Coppe per salvare un campionato orribile: la Fiorentina ha bisogno di qualità

Il momento della stagione della Fiorentina è di quelli davvero critici. Mai davvero in corsa per le posizioni europee, la squadra allenata da Vincenzo Italiano sta sconfitta dopo sconfitta sprofondando nella medio-bassa classifica e, se il Verona continua nel suo trend e la svolta non arriva, può trovarsi coinvolta persino nella guerra salvezza. Non erano queste le aspettative per un club che aveva concluso al settimo posto la scorsa stagione centrando una competizione europea (la Conference League) per la prima volta nell’era Rocco Commisso.

Il mercato estivo, però, non è venuto in soccorso del mister dopo le cessioni di Dusan Vlahovic Lucas Torreira a cui si aggiunge la mancata conferma di Alvaro OdriozolaPierluigi GolliniDodòRolando MandragoraAntonin BarakLuka Jovic non si sono rivelati all’altezza delle aspettative. Se il primo è stato girato al Napoli, tutti gli altri sono ancora coinvolti nelle sinergie di squadra e chiamati a tirar fuori qualcosa di più. Per tranquillizzare il calciatore, a gennaio la Viola ha anche riscattato Barak. Per dare un’ulteriore sterzata, inoltre, è stato acquistato un profilo quale Josip Brekalo che lo scorso anno a Torino ha dimostrato di poter impattare sulla Serie A con le sue doti balistiche e creative.

Col campionato compromesso, alla formazione toscana non resta che concentrarsi sulle due coppe, entrambe porte d’accesso per l’Europa e quindi potenzialmente in grado di salvare una stagione confusionaria e ricca di errori. In Coppa Italia la Cremonese come avversaria in semifinale è un’occasione da non sprecare, mentre in Conference i play-off contro il Braga non risultano proibitivi. Per far sì che i buoni presupposti si traducano in risultati è però necessario che i calciatori diano qualcosa in più.

Brekalo, coadiuvato da Nico Gonzalez o dallo stesso Saponara, il compito di innescare Jovic o eventualmente Cabral con continuità e facilità. A Barak quello di riempire l’area e rifinire così come non ha mai fatto prima. Da Dodò ci si aspettava invece ben altro, così come dallo stesso attaccante serbo. Giunti come papabili top, non hanno saputo affrontare le difficoltà che l’ambientamento italiano propone. A Italiano il duro onere di puntare su di loro e riscattarli, per rimediare a un’annata nata e sviluppatasi sotto presupposti balordi.

By Emanuele Garbato

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