❌ Giù le mani da Messi: è lui il trascinatore dell’Argentina

Questo è il suo quinto Mondiale, su sua stessa ammissione sarà l’ultimo, ed è cominciato alla solita maniera: incidendo. Nel processo che porta la sottolineatura dei demeriti invece che della faccia della medaglia più luccicante, Lionel Messi sta tentando di perseguire l’unico grande obiettivo non centrato nella sua irripetibile carriera.

Riconosciuto leader non solo tecnico di una rappresentativa atterrata su suolo qatariota come una delle principali candidate al trionfo finale, ma scossa dal KO all’esordio contro l’Arabia Saudita, Messi ha dovuto immediatamente convivere con le storture che da anni tentano di limitarne l’impatto nel calcio. La Pulga ha risposto con il suo strumento principale: il mancino, quello che ha permesso all’Argentina di mettersi sulla via del successo nonostante la prova compatta del Messico, secondo atto di un girone poi terminato al primo posto, complice la caduta della Polonia sotto i colpi di Mac Allister e Julian Alvarez.

Il rigore neutralizzato da Szczesny ha parzialmente otturato gli elogi verso il Numero Dieci, ma a respingere qualsiasi accusa sulla scarsità dell’apporto dell’asso rosarino arrivano i giudici infallibili, ovvero i dati: Messi è il capocannoniere dei suoi (2 gol), l’autore di uno dei quattro assist messi a referto, il calciatore della Selección con il maggior numero di Expected Goals (2.4), quello che ha tirato più volte in porta dei suoi e il terzo per numero di passaggi tentati. Lionel Messi, dunque, è ovunque. In attesa che contro l’Australia, nel match valevole per gli Ottavi di Finale, si palesi nuovamente la sua magia, viatico ineguagliabile verso il sogno.

By Redazione PianetaChampions

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