Ibrahimović verso il Monza: pro e contro dello svedese in biancorosso

Che Zlatan Ibrahimović fosse un sogno di mercato del duo composto da Berlusconi e Galliani per il Monza, non è cosa nuova. Già la scorsa estate, infatti, l’amministratore delegato del Monza provò a portare in Brianza lo svedese. Una serie di vicissitudini, però, non consentirono alle parti di trovare un accordo.

Calcisticamente, quando si parla di Zlatan Ibrahimović, appare difficile individuare motivi per cui sarebbe meglio scorrere avanti. L’ex Juventus e Inter, nell’arco della sua lunga carriera, ha più e più volte dimostrato di saper incidere e decidere. Oltre alle doti tecnico-tattiche fuori dal comune, a caratterizzare la sua esperienza nel mondo del calcio è sempre stata quella sana arroganza che lo ha aiutato a diventare uno dei giocatori più forti del mondo. La convinzione nei propri mezzi ha indotto Ibra a calcare da protagonista parte dei campi di tutta Europa.

Ibrahimović al Monza? Pro e contro

Come dicevamo, quando calcisticamente si parla di Zlatan Ibrahimović, appare complicato individuare motivazioni per cui converrebbe non affidarsi a lui. Per quanto riguarda contenuti tecnici e tattici, contenuti meramente di campo, qualunque tipo di analisi risulterebbe banale e ripetitiva. Per questo, se proprio dovessimo fare gli avvocati del diavolo alimentando le ragioni per cui ad un club come il Monza non converrebbe puntare sullo svedese, diremmo che gli anni passano per tutti e che all’età anagrafica non si scappa. Infatti, proprio come capitato questa stagione al Milan, in termini di campo e di apporto al calcio giocato non sappiamo quanto esso possa essere ancora disponibile. I ripetuti problemi fisici e la moltitudine di infortuni con cui puntualmente deve fare i conti ci parlano di un giocatore provato dagli anni. E, se sicuramente non andrebbe al Monza per soldi, ma per una questione di affetto e amore verso la proprietà, è logico pensare che lo stipendio fuoriuscirebbe dalle logiche di un club di medio-piccola dimensione. Per questo, se si dovesse fare un sacrificio economico per un calciatore, è logico pensare che converrebbe farlo per qualcuno che garantisca minutaggio, oltre che qualità.

Per quanto riguarda i pro, invece, non basterebbe un solo articolo per elencarli ed analizzarli tutti. Per questo ci soffermeremo sui due più importanti. Il primo, ovviamente, è che avere dalla propria un calciatore del suo calibro porta inevitabilmente tutto l’ambiente a compiere un passo in avanti. Come accaduto col primo Milan di Pioli, culminato poi dalla vittoria dello scudetto con una rosa nettamente inferiore alla concorrenti, Ibra è sinonimo di serietà, lavoro, mentalità: insomma, completa abnegazione al percorso intrapreso. E, come riportato successivamente dai compagni al Milan, lo svedese è stato capace di plasmare e modellare a sua immagine e somiglianza l’intero gruppo. Per questo, una rosa giovane come quella brianzola, da aspetti come questi non potrebbe che giovarne. La seconda, molto sinteticamente, è che quando lo stesso è in campo, seppur velocità e riflessi non siano più quelli di una volta, riesce ancora ad essere decisivo. Decisivo perché crea timore agli avversari la sua presenza, decisivo perché sarebbe un punto di riferimento per i propri compagni.

By Demetrio Oriolo

Durante il percorso di formazione classica ho sviluppato l'interesse per il giornalismo. Mi sono immerso nel mondo dell'informazione nel 2016, prendendo parte ad alcuni progetti in via di sviluppo, salvo poi continuare questo percorso di formazione e di crescita lavorando per prestigiosi progetti quali "Il Calcio Calabrese", "Calciomercato Report", "La Politica del Popolo" e "Calciatori Ignoranti". Sono uno dei fondatori del blog "Carpe Ideam". Nel corso degli anni ho collaborato con le testate "La Notizia Sportiva", "Pianeta Serie B" e "Calabria Live" e con il blog "Pianeta Champions" nel ruolo di editorialista. Vanto diverse pubblicazioni con "Il Quotidiano del Sud".

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