⏳Il Milan scopre Thiaw e aspetta CDK: perché i nuovi acquisti impiegano tempo per ambientarsi?

Il mercato rossonero delle ultime sessioni non ha particolarmente entusiasmato, ma la linea tracciata dalla società (Elliott prima Redbird adesso) è chiara: sostenibilità e idee. Non verranno presi campioni formati, ma campioni da formare. In quest’ottica sono da leggere gli acquisti di Malick Thiaw dallo Schalke 04, Aster Vrankx dal Wolfsburg e Charles De Ketelaere dal Brugge. Tutti e tre sono arrivati nel mese di agosto, con i primi due quasi allo scadere del mercato.

Perché i nuovi acquisti impiegano tempo per ambientarsi?

Pioli ha ribadito più volte che per inserirsi nei suoi schemi di gioco c’è bisogno di tempo, e l’approdo tardivo in rossonero dei nuovi ne ha rallentato l’inserimento. Tuttavia non può essere semplicemente questo il motivo delle difficoltà iniziali che tutti i nuovi acquisti hanno al Milan. È possibile prendere gli esempi di Leao, Tonali, Bennacer che hanno avuto bisogno di qualche stagione per carburare al meglio. Risultato? Scudetto sollevato al cielo. L’ex Brescia, ad esempio, due anni fa era irriconoscibile complice – come sostenuto dal numero 8 – la pressione psicologica di giocare per la sua squadra del cuore e dell’opzione di riscatto non scontata. La fiducia della dirigenza e del tecnico hanno fatto il resto e Tonali lo scorso anno ha preso in mano il centrocampo dei rossoneri, contribuendo anche con gol decisivi alla vittoria finale. Lo stesso discorso è possibile farlo per il portoghese.

Passando agli acquisti di quest’anno i discorsi da fare sono diversi. De Ketelaere, pagato ben 35 milioni, ha avuto diverse occasioni per mostrare il suo talento. Nelle prime gare è partito molto bene, salvo poi perdere ben presto la bussola e il posto da titolare a favore di Brahim. Le tante aspettative, il prezzo elevato, la mediaticità della trattativa, il passaggio dal piccolo al grande pubblico, la lontananza da casa rappresentano tutti fattori che incidono su un giocatore straniero di appena vent’anni. Thiaw, invece, come fu per Kalulu lo scorso anno (fu inserito per emergenza), è stato impiegato pochissimo. Qui le colpe sono dell’allenatore anche perché il tedesco all’esordio contro il Verona fu subito decisivo, salvando due gol. “Vedevo i suoi compagni più pronti di lui”, una scusa bella e buona per giustificare una scelta sbagliata. Considerando che le alternative, Gabbia e Kjaer, non hanno reso al meglio. Tuttavia solo i mediocri non cambiano idea. Con lui in campo (Verona, Cremonese, Inter nel secondo tempo, Torino, Tottenham, Monza) la squadra non ha mai subito gol. Parliamo di un difensore solido, preciso, attento e padrone delle palle alte, vista la sua imponente stazza fisica.

Chiudendo l’analisi con gli altri nuovi, si può dire che con Dest la verità sta nel mezzo: ha giocato meno di altri, ma è spesso infortunato e le sue poche prestazioni non sono state memorabili. Su Vrankx, Pobega e Adli, al contrario, il mister dovrebbe dare spiegazioni, avendo preferito loro anche l’esubero Bakayoko. Origi, in ultimo, rappresenta un flop vista la sua esperienza internazionale. Dopo il lungo infortunio patito con i Reds non sembra più lo stesso giocatore e le continue ricadute fisiche non lo aiutano a ritrovare la forma migliore. La proprietà ha la sua fetta di colpe, perché – persi Romagnoli e Kessié a zero – appare scelta rivedibile quella di stanziare un budget da 50 milioni di euro (da dividere in due sessioni) per rinforzare la squadra campione d’Italia in carica. Non è possibile sempre far miracoli.

By Pasquale Ucciero

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Post correlati