La prima settimana di Thomas Tuchel sulla panchina del Bayern Monaco è stata un’autentica montagna russa. Subentrato al clamorosamente esonerato Julian Nagelsmann, l’allenatore è stato chiamato dalla società bavarese per riconquistare il primo posto in Bundesliga e andare in fondo in Champions League e DFB-Pokal. Il primo obiettivo, tutt’altro che scontato, è splendidamente riuscito in modo istantaneo ma nella coppa nazionale è invece giunta una sorprendente eliminazione ai quarti di finale. La stima di cui gode il tecnico nell’intero ambiente è assoluta, ma lo shock di una sconfitta in gara secca col Friburgo andrà subito smaltito e superato per non intaccare i piani di un finale di stagione che fa tremare i polsi.
L’esordio col Borussia Dortmund a cui è stata sottratta la vetta della classifica è stato semplificato dalla prestazione horror di Kobel e da quella da campione di un Thomas Muller tirato a lucido per l’occasione. Ha colpito l’assenza dall’undici titolare di Joao Cancelo (sulla falsariga dell’era precedente) ma anche quella di Jamal Musiala. Il 4-2, giunto non senza qualche patema difensivo, è stato comunque il miglior viatico possibile.
In Coppa, invece, il laterale portoghese è stato preferito ad Alphonso Davies mentre la giovane stella ha trovato spazio nuovamente solo a gara in corso. Ciò che stupisce ulteriormente è che non si è trattato di gara stregata: dopo il vantaggio siglato da Dayot Upamecano era immaginabile anche una partita di gestione. Il pareggio di Hofler a metà primo tempo ha però acceso diverse spie d’emergenza e messo a nudo i limiti della squadra emersi diverse volte in campionato. Il 2-1 a match praticamente concluso di Holer, che ha trasformato un rigore causato (ironia della sorte) proprio da un fallo di mano di Musiala, è stato il finale tragicamente perfetto di una partita storta.
Thomas Tuchel in 2 incontri ha assaggiato emozioni opposte e ha visionato diverse versioni della propria squadra. Trasmettere le proprie idee cominciando in primavera è tutt’altro che semplice, ma annotare gli aspetti più problematici e porre rimedi temporanei in vista del lavoro da perfezionare nella prossima stagione è la sua missione. L’ultima sconfitta racconta, però, che più che sulla tattica il mister dovrà rapidamente incidere sull’aspetto mentale.