Delusioni, trionfi e un futuro tutto da scrivere: l’infinita love story tra Klopp e il Liverpool

KLOPP LIVERPOOL – Jürgen Klopp e il Liverpool. Il Liverpool e Jürgen Klopp. Un binomio oramai indissolubile che sta segnando e, con tutta probabilità, continuerà a segnare pagine indelebili nella storia del calcio e altresì destinato a consolidarsi nei decenni come una delle accoppiate più iconiche, e vincenti, dei nostri anni.

Un percorso che nasce in salita: l’approdo nel 2015 e le iniziali difficoltà

Giunto nella città dei Beatles nell’Ottobre del 2015 in sostituzione dell’esonerato Brendan Rodgers, Kloppo (così soprannominato ai tempi del Mainz) si ritrovò a fronteggiare una situazione tutt’altro che facile da gestire, ereditando un Liverpool in profonda crisi d’identità e in uno dei momenti più bui della propria storia, con l’obiettivo di rilanciare i Reds e riportarli a competere ad alti livelli sia in patria, che in Europa. L’impresa non appare di certo delle più semplici, tanto che l’ex tecnico del Borussia Dortmund, al momento della firma, chiede alla società del tempo per poter dare la propria impronta alla squadra e raggiungere i risultati sperati.

Il marchio tecnico-tattico e caratteriale che il trainer di Stoccarda riesce a dare al gruppo è pressoché immediatamente tangibile anche se, in tal senso, il primo anno risulta caratterizzato da diverse delusioni in termini di risultati: su tutte, la finale di League Cup sfuggita ai calci di rigore contro il Manchester City di Manuel Pellegrini e, soprattutto, quella di Europa League persa 3-1 in rimonta al cospetto del Siviglia di Unai Emery. A ciò, si aggiunge la beffa di un poco entusiasmante ottavo posto in Premier League che nega al Liver Bird la qualificazione alle competizioni europee della stagione successiva nella quale, invece, il Normal One, dopo mesi di rodaggio e un’annata programmata e pianificata sin dall’inizio, riesce a riportare lo storico club fondato nel 1892 nella massima competizione continentale grazie al quarto posto in campionato, valido per l’accesso ai preliminari.

Nella Champions League 2017/2018, Jürgen conduce il Liverpool fino alla finale di Kiev in una serata che sarà rovinata, e amaramente ricordata dai suoi, soprattutto per gli svarioni del portiere Loris Karius che indirizzeranno sensibilmente l’ultimo atto del torneo a favore del Real Madrid, vincente 3-1, infiggendo la seconda sconfitta in una finale del massimo torneo del Vecchio Continente per il tecnico tedesco, dopo quella del 2012/2013 contro il Bayern Monaco ai tempi del BVB. Una serata che sembrerebbe riassumere la scarsa sintonia del classe 67′ con i grandi appuntamenti ma che, contestualmente, certifica anche il suo grandissimo lavoro all’ombra di Anfield Road considerate le macerie dalle quali il progetto era inizialmente partito appena tre anni prima. Il ciclo non sembra finito, tutt’altro: i margini per dare un felice prosieguo al progetto sembrerebbero esserci tutti.

Dalle delusioni ai tronfi: Klopp riporta il Liverpool a essere grande

In una stagione che vede la sua squadra clamorosamente mancare la vittoria della Premier League nonostante i 97 punti collezionati (uno solo in meno del Manchester City), arriva però la prima, enorme e meritata gioia per Jürgen Klopp alla guida dei Reds: 2-0 al Tottenham di Maurizio Pochettino in finale e Liverpool campione d’Europa 14 anni dopo l’ultima volta. Da qui è un’ascesa continua: vittoria in Supercoppa Europea contro il Chelsea, successo nel Mondiale per club nell’ultimo atto contro il Flamengo e, soprattutto, il ritorno sul trono d’Inghilterra, 30 anni dopo l’ultima volta, con la vittoria di una Premier League che, negli ultimi tre decenni, aveva rappresentato un’ autentica maledizione per il club di Anfield Road. 

Dopo un campionato, quello 2020/2021, chiuso senza particolari sussulti e con una gran rimonta fino al terzo posto in campionato, la stagione attuale sembra aver riportato il Liverpool in una vera e propria fase d’oro. Già portata a casa la Carabao Cup nella finale vinta contro il Chelsea al termine di una sequenza interminabile di calci di rigore, i Reds sono già qualificati per l’ultimo atto della FA Cup (in programma sempre contro i Blues di Thomas Tuchel), sono in piena corsa in Premier League in un testa a testa col Manchester City che si profila come straordinariamente entusiasmante fino all’ultima giornata e, inoltre, e con un piede e mezzo in finale di Champions League dopo il 2-0 nella semifinale d’andata contro il Villareal.

Un binomio destinato a proseguire: già ufficiale il rinnovo fino al 2026

All’indomani del suddetto successo contro il Submarino Amarillo, è arrivata anche l’ufficialità del prolungamento di contratto di Jürgen Klopp con gli inglesi per altre due stagioni, ossia fino al 2026. Un rinnovo meritatissimo che certifica, oltre allo straordinario lavoro portato avanti da parte del coach tedesco e gli enormi margini che vi siano ancora alla base del progetto, anche il il forte legame venutosi a creare con club, città e tifosi.

La Tom Hall’s Tavern, storica sede di ritrovo e confronto per i tifosi del Liverpool finita in liquidazione appena qualche anno fa, è stata riaperta con un nuovo nome: Jurgens Bierhaus. Un piccolo ma grande gesto attraverso cui i supporters dei Reds hanno voluto esprimere l’immensa ammirazione per il proprio condottiero, chiamato a guidare il club per ancora tanti anni, con la speranza di replicare quanto di straordinariamente raggiunto in questi primi 7 anni conditi da diversi dolori ma, soprattutto, da infinite soddisfazioni.

 

 

 

By Nicola Cosentino

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