La stagione di Lukaku: capocannoniere del Chelsea tra difficoltà e malumori

LUKAKU CHELSEA INTER – “Il sogno di tornare è diventato realtà“. Parlava così Romelu Lukaku ad agosto scorso, quando il suo (nuovo) approdo al Chelsea divenne ufficiale, materializzando così un addio all’Inter digerito a fatica e con tristezza da parte dei tifosi della Beneamata, freschi di vittoria dello Scudetto grazie (anche) ai gol e all’importante apporto complessivo del centravanti belga. Quasi dodici mesi dopo, bisognerebbe chiedere nuovamente a Big Rom le sue sensazioni, ed è ragionevole pensare che la risposta beneficerebbe di un cambiamento tra “realtà” e “incubo“, o qualcosa del genere.

La stagione di Lukaku

Esatto, incubo. L’annata di Lukaku va probabilmente analizzata percorrendo due filoni, uno supportato dai numeri, dunque preciso ma inevitabilmente freddo; l’altro ricordando la sommatoria di attriti che hanno portato alla rottura di Romelu con il tecnico Tuchel. Settiamo il GPS sulla prima strada e notiamo come il classe ’93 sia comunque risultato capocannoniere – considerando tutte le competizioni – dei Blues, con quindici gol realizzati tra Premier League (8), FA Cup (3), Champions League (2) e Mondiale per Club (2), uno in più di Kai Havertz.

Photo by Stu Forster/Getty Images – Via OneFootball

Un meritato punto a favore del ragazzo, dunque, pur considerando che il calcio del Chelsea favorisce un’importante distribuzione di marcatori (non a caso parliamo della squadra che ha mandato in gol più giocatori diversi nell’ultima Premier League, ben 18).

I problemi con Tuchel

Detto ciò, entriamo nella crepa che potrebbe portare alla separazione tra Lukaku e Chelsea. L’ovvio riferimento è all’incompatibilità con l’allenatore Thomas Tuchel, che dopo averne avallato l’arrivo non l’ha messo al centro né del progetto né dell’attacco. Basti pensare che solo in 16 occasioni Lukaku è partito titolare in campionato, un dato troppo risicato per un calciatore del suo status.

Photo by LINDSEY PARNABY/Getty Images – Via OneFootball

Le difficoltà prettamente di campo (tanti errori tecnici, farraginosi tentativi di mettersi a disposizione della squadra in termini di letture senza palla e combinazioni, evitando di concentrare totalmente le scelte negli strappi atletici che in Italia abbiamo apprezzato, poca rapidità e reattività mentale) sono state ingigantite da parole poco dolci e diverse dichiarazioni fuori luogo, come la celebre intervista concessa a Sky Sport nel dicembre 2021, quando Lukaku disse: “Fisicamente sto bene, ancora meglio di prima. Dopo due anni in Italia, in cui ho lavorato tantissimo all’Inter con preparatori e nutrizionista, fisicamente sto bene. Non sono però contento della situazione, questo è normale. Penso che il mister (Tuchlel, ndr) abbia scelto di giocare con un altro modulo, io devo solo non mollare e continuare a lavorare ed essere professionista. Non sono contento per la situazione, ma sono un lavoratore e non devo mollare. Penso che l’allenatore possa farmi giocare di più, ma devo rispettare le scelte che lui fa. Devo solo continuare a lavorare e aspettare il mio momento. Stiamo cercando un modulo dove io e lui possiamo trovarci, un modo per aiutare la squadra al meglio. Ha fatto una scelta, ma a un certo punto parlerò con lui e vedremo la situazione“. Questo, probabilmente, è stato il casus belli.

Cosa ci sarà nel futuro?

Possiamo lasciarci esclusivamente con la domanda e non con la risposta, perché per fortuna non siamo in grado di anticipare ciò che accadrà. È innegabile che l’Inter stia cercando di riportare Lukaku in nerazzurro, ma la compagine allenata da Simone Inzaghi farà tutto il possibile nei sacrosanti limiti del bilancio e delle possibilità/necessità economiche. Qualora si riuscisse a unire i pezzi del puzzle ecco che, a quel punto, Romelu potrebbe tornare nella sua isola felice. Anche in tal caso, probabilmente, il suo sogno diventerebbe realtà.

By Redazione PianetaChampions

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