Luis Diaz, una furia per l’attacco del Liverpool

LUIS DIAZ LIVERPOOL – In una serata messasi inizialmente in salita, con il Villareal in grado di portarsi sul 2-0 all’intervallo e di azzerare il doppio vantaggio acquisito dal Liverpool nel primo atto della semifinale andato in scena ad Anfield Road, ci ha pensato Luis Fernando Dìaz Marulanda a rimettere in piedi una gara, e una qualificazione, a dir poco complicatesi. Subentrato ad inizio secondo tempo al posto di un impalpabile Diogo Jota, il funambolo colombiano ha dato lustro di tutto il proprio repertorio costituito da tecnica, esplosività, clamorosi strappi e imprevedibilità, riassumendo in appena 45 minuti abbondanti l’enorme impatto avuto dal suo approdo in maglia Reds dallo scorso Gennaio.

I primi passi in patria, il Porto e l’enorme impatto in UK

Classe 97′, cresce nelle giovanili dei connazionali del Barranquilla ed esordisce con la prima squadra de Los Rojos de Curramba nell’Aprile del 2016 a margine di una gara di Coppa di Colombia persa di misura contro il Jaguares. Il buon triennio vissuto all’Atletico Junior dal 2017 al 2019 gli vale la prima chiamata in Europa: è il Porto, club sempre molto attento e lungimirante quando si parla di talento sudamericano (e non), a puntare sul ragazzo nell’estate del 2019. In due anni e mezzo con la maglia dei Dragoes, Luis Diaz colleziona 125 presenze e 41 reti vincendo una Liga Portugal, una Taça de Portugal e una Supercoppa portoghese ma, soprattutto, si prostra al Vecchio Continente come uno dei talenti più interessanti presenti nel panorama calcistico continentale. La prima metà di stagione 21/22, in particolare, vede El Cacique esplodere definitivamente anche in termini numerici: 14 reti in 18 presenze di campionato e 2 reti in Champions League al Milan dove, tra andata e ritorno, dimostra altresì di essere un profilo di assoluto spessore e, a tutti gli effetti, pronto per il definitivo salto di qualità in una big europea.

Step che avverrà nella sessione invernale di calciomercato, quando il Liverpool deciderà di puntare forte sul ragazzo sborsando una cifra complessiva vicina ai 60 milioni di euro. I dubbi (qualora effettivamente ve ne fossero), più che sulle indiscutibili qualità del calciatore, sono relative a come un tassello come lui, per quanto forte, potesse calarsi, e incastrarsi, in un puzzle sicuramente diverso e più complesso di quello lusitano, in una macchina già perfettamente oliata come quella inglese e in un campionato con un importante livello di fisicità, caratteristica di certo non del tutto favorevole a una fisionomia corporea all’apparenza molto esile come la sua. A rispondere sarà, come sempre, il campo: come avvenne già in Portogallo, l’impatto di Luis con la nuova sfida è devastante. 3 goal in Premier League, 2 in Champions League ma, soprattutto, un’arma micidiale per Klopp che sposta Manè al centro dell’attacco, riservando un minutaggio sempre maggiore al colombiano al fine di sfruttarne le immense qualità sulla fascia sinistra e godere di una marcia ancora superiore di cui poter dotare il proprio bolide.

Una serata da incorniciare: Luis Diaz cambia il volto del match e regala la semifinale ai Reds

I 45 minuti abbondanti disputati da Luis Diaz all’Estadio de la Ceramica martedì sera cambiano il volto della gara e il destino della semifinale. La sola presenza del colombiano, infatti, pare offrire maggiori soluzioni all’undici inglese, palesemente più determinato, organizzato e brillante dopo una prima frazione da horror (senza ombra di dubbio analizzata, e corretta, nello spogliatoio al duplice fischio). La fascia destra del Submarino Amarillo, infatti, è messa a ferro e fuoco dal 23 ospite: continui strappi, rara abilità nel saltare l’uomo e capacità nell’arrivare sul pallone sempre prima dell’avversario, nonostante la dinamica di gioco sembrerebbe suggerire l’esatto contrario. Il palo colpito, su deviazione di Albiol, dopo essere, come quasi sempre accade, rientrato sul piede preferito è la perfetta sintesi di questo suo incredibile dono. A ciò, la rete del 2-2 con un chirurgico inserimento da rodata mezzala a scattare sul filo del fuorigioco e un’efficace finalizzazione di testa, non di certo la specialità della casa, che permette ai suoi di mettere definitivamente la testa avanti in ottica qualificazione.

Una serata magica che potrebbe aver consacrato Luis Diaz tra i membri d’onore nella categoria dei cosiddetti “top player” e che, con un ancora maggiore pragmatismo a lui richiesto in alcune situazioni di gioco e il giusto equilibrio da dover tenere in questi momenti di esaltazione, potrebbero portarlo in tempi – si spera – relativamente brevi alla definitiva consacrazione.

 

 

 

 

 

 

By Nicola Cosentino

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