Alessandro Nesta, tecnico del Monza, ha parlato in conferenza stampa in vista del match contro la Fiorentina. Ecco quanto ripreso da TMW:
“Qualcosa ancora dobbiamo fare, qualcosa deve uscire fuori. Domani finalmente sarà tutto finito e chiaro, ma qualcosa va fatto”.
Carboni è stato il miglior difensore del Monza per rendimento la scorsa stagione. Ancora però non ha fatto un minuto, può fare chiarezza sul perché?
“Nessuna chiarezza, è tutto talmente chiaro che non c’è bisogno. È partito un po’ in ritardo, qualcun altro stava meglio… L’ho detto dal primo giorno, l’ho visto l’anno scorso, è un giocatore importante, che quando riterrò che starà bene, è forte e magari farà tante partite. Non è che la prima formazione è quella definitiva, voi la settimana non la conoscete tutta. Non è il suo caso, ma a volte uno salta due allenamenti…”.
Fiorentina-Monza sarà anche Palladino contro Nesta, è d’accordo? Può essere un vantaggio il fatto che i viola abbiano giocato ieri fino ai calci di rigore?
“La sfida tra me e Palladino è chiaro che c’è perché è stato qui ed è stato un allenatore importante per questo club. Ogni squadra è in costruzione, ogni squadra ora non è al top, né noi, né la Fiorentina. Ognuno ha i propri problemi, abbiamo visto il Milan, la Roma ha perso con l’Empoli. Bisogna ancora trovare la quadra, bisogna trovare ancora quello che vorremmo vedere. Ieri sicuramente la Fiorentina ha speso qualcosa, ma ha una rosa che gli permette di girare e mantenere alto il livello. Ogni partita è a sé, ogni gara ha i suoi problemi, la sua storia… Dobbiamo essere pronti e non pensare a ciò che ha fatto la Fiorentina. Veniamo da un pari e una sconfitta in casa, serve fare punti e qualcosa in più”.
Può fare un punto sugli infortunati?
“Ciurria non so quanto abbia, ha avuto un infortunio importante, piano, piano dovrà fare un percorso. Non so se durerà un mese, spero il meno possibile perché è un calciatore forte per noi. Sensi non ha fatto il ritiro con noi, è entrato, è uscito di nuovo, non è tanto in condizione, ma probabilmente verrà a Firenze in panchina. Se mi chiedi a che percentuale è, non è altissima. Djuric ha lavorato con continuità, che era quello un po’ più indietro, Birindelli ha avuto un acciacco e non sappiamo se sarà della partita. Domani ci sarà l’ultimo allenamento, poi sceglieremo i giocatori per la gara. C’è anche il mercato, vedremo se porterà qualcosa”.
Che cosa teme di più della Fiorentina?
“È una squadra forte, ha fatto un mercato importantissimo, ha preso tanti giocatori di livello, anche costosi. Hanno ambizioni importanti, davanti hanno una fisicità grande. Hanno problemi anche loro, devono trovare la quadra, hanno cambiato l’allenatore, che gioca in modo diverso, e i calciatori si devono adattare come quelli delle altre squadre, del Milan, della Roma, eccetera”.
Che grado di assimilazione dei suoi principi di gioco? Dicevano che lei fosse simile a Palladino.
“Non è così per come difendiamo e per come attacchiamo. Tante cose sono diverse, stiamo cercando di fare piano, piano come vogliamo noi nel cambio di mentalità. L’anno scorso andavano forte a uomo, avevano una forte identità, ci vuole tempo per far sì che i calciatori si adattino. Su alcune cose siamo avanti, su altre siamo indietro: abbiamo preso un gol in 3 partite, ma ne abbiamo fatti 0. Qualcosa sta funzionando, altro no. Il nostro mestiere è capire cosa, cercare soluzioni… Magari dobbiamo muovere qualcosa davanti. Contro il Genoa non abbiamo fatto chissà cosa nel primo tempo, nel secondo invece loro erano schierati e non è facile per chiunque. I dati dicono che si è calciato 11 volte, solo 2 nello specchio, 22 cross, oltre il 70% di possesso… Poi abbiamo perso, stiamo zitti e stiamo a casa. Dobbiamo essere bravi nel capire come aiutare i ragazzi, che sono forti e giusti, per essere più efficaci”.
Due degli aspetti su cui sta lavorando è migliorare nel velocizzare la manovra e nel coraggio?
“Soprattutto bisogna capire quando verticalizzare, come coprire lo spazio, l’ultima scelta. Poi sì, bisogna girare palla più velocemente, altrimenti si trova sempre un muro. Sono d’accordo, serve verticalità, siamo abituati a girare tanto palla, dentro ci si gioca meno, proviamo a convincerli da inizio anno a tagliare qualche linea di pressione e questo è il percorso che dobbiamo fare”.
Vignato può essere una soluzione per aiutarvi in questo processo?
“Ci sono partite diverse. Contro il Genoa sono state due partite in una, nel primo venivano forte in avanti, nel secondo stavano dietro. Quando è entrato aveva il compito di saltare l’uomo… Alcuni giocatori hanno delle caratteristiche, altri altre, devi cercare di fare meno cavolate possibili. Ci sono squadre che ti fanno giocare dentro e altre che ti fanno giocare dentro e vedere che cosa ti lascia l’avversario. Il Genoa stringeva, per quello abbiamo messo le ali. Poi si fanno le analisi, rispetto tutte le opinioni”.
Si sente pienamente soddisfatto del mercato?
“Dobbiamo fare ancora qualcosa, voi lo sapete e lo so io. Se si può fare si fa, tutti vorremmo che il Monza fosse la squadra più forte del mondo: l’allenatore, anche i giocatori spingono per far venire qualcuno a darci una mano, il Dottor Galliani, i direttori. Oggi dobbiamo vedere se ci sono opportunità, poi se non arriva nessuno siamo questi e battagliamo con questi, scuse zero. Se arriva qualcuno che ci dà una mano, non ci dispiace”.
Quale potrebbe essere la soluzione per trovare il primo gol del campionato?
“Non è questione di essere offensivi o meno, è mettere alcuni cross in un certo modo, attaccare lo spazio in un certo modo, capire dove stare in area. Ognuno ha le sue caratteristiche, ma noi dobbiamo migliorarli individualmente e far capire loro come dividersi l’area, tante volte sbagliamo e dobbiamo crescere in quello”.