La Juve aspetta Pogba, ma Pogba serve a questa Juve? Pro e contro del ritorno del 🐙 

Tra i colpi da novanta piazzati in estate da parte della Juventus, che avrebbe dovuto consentire alla Vecchia Signora di colmare il gap con il Napoli e le milanesi in ottica scudetto e di rafforzare un centrocampo dai più definito come troppo poco qualitativo negli ultimi anni, il ritorno di Paul Pogba in bianconero si è però fin qui rivelato un autentico flop. I continui acciacchi fisici accusati dal francese in questa prima metà di stagione, infatti, non hanno ancora dato allo stesso la possibilità di scendere in campo nella sua – fin qui nefasta – seconda esperienza a Torino.

Zero minuti, tante polemiche per la scelta del ragazzo di non operarsi ad agosto al ginocchio, affidandosi a una terapia conservativa poi rivelatasi una scelta suicida, e quelle degli ultimi giorni per le vacanze sulla neve che il giocatore ha immortalato sui social, scatenando l’ira dei sostenitori juventini.

Il recupero del calciatore, seppur lentamente, sembrerebbe comunque procedere e, di conseguenza, non appare utopia pensare di rivederlo finalmente in campo nel mese di gennaio: quanto, però, l’ex Manchester United saprà, e potrà, incidere negli equilibri tecnico-tattici dei suoi?

I pro 

Appare ovvio che un calciatore del livello di Pogba – se a pieno regime – rappresenterebbe una preziosissima risorsa a disposizione di Massimiliano Allegri. Una pedina che con la sua fisicità, tecnica e capacità di incidere in entrambe le fasi potrebbe seriamente consentire all’undici bianconero di effettuare il tanto agognato salto di qualità, oltre che in mediana, anche sul piano della proposta, dell’interpretazione delle gare e della costruzione del gioco nel complesso, tutti punti deboli che hanno quasi sempre accompagnato il ritorno all’ombra della Mole di un altro pezzo grosso della storia recente del club: Massimiliano Allegri.

La già proficua conoscenza dell’ambiente, del club e, soprattutto, delle richieste tecnico-tattiche del trainer livornese – a cui è legato da un profondo legame anche sul piano umano – rappresentano tutta una serie di ingredienti in grado di giovare alla compagine piemontese, la quale si ritroverebbe un autentico top player in grado di spostare senza ombra di dubbio gli equilibri di un campionato sicuramente meno intenso, ma più tattico, della Premier League.

I contro

Se nell’analizzare i pro ci siamo inevitabilmente soffermati sul ricordo che Pogba ha lasciato impresso nella mente dei supporters bianconeri nella sua prima fase di carriera, appare però anche necessario, oltre che banale, ricordare come il Pogba che lasciò Torino nell’estate del 2016 fosse un giocatore del tutto differente da quello che ci è tornato sei anni dopo e, inoltre, che la Juventus di allora era altresì una compagine di livello oggettivamente diverso rispetto a quella attuale.

Partendo dal primo spunto di riflessione, è palese che Paul non sia più quel talento straordinario che ammaliò Antonio Conte in primis e che si abbatté senza pietà su qualsiasi campo del nostro campionato. Il Pogba attuale è un calciatore arrivato alla soglia dei trent’anni nel momento più difficile della sua carriera, sotto diversi aspetti, quando invece la sua carta d’identità indicherebbe proprio la fascia in cui un giocatore dovrebbe risultare nel pieno del proprio percorso.

Se nel 2012 il francese veniva catapultato da potenziale fuoriclasse in mezzo a un gruppo di straordinari campioni, abili implicitamente a mettere in condizione uno spensierato talento come il Polpo di esplodere subito, oggi il centrocampista transalpino dovrebbe rappresentare, al contrario, uno dei principali punti di riferimento in mezzo a tanti giovani che si stanno ben comportando in una fase tutt’altro che rosea della storia della Vecchia Signora ma che si ritrovano, come già detto poc’anzi, a dover tirare la carretta di una Juventus “abbandonata” (sportivamente parlando, ndr) da quelli che dovevano in realtà essere i suoi leader tecnici.

Max, infatti, è stato in grado di trovare la chiave di volta affidandosi alla qualità, alla freschezza e, soprattutto, al dinamismo di Fagioli e Miretti, alla forza e alla progressione di Rabiot e alle geometrie di Locatelli. Tutte caratteristiche a cui il tecnico toscano al momento non potrebbe proprio rinunciare e che, al contempo, difficilmente potrebbero essere garantite dal francese, comprensibilmente oggi più statico rispetto ai due talenti italiani, meno straripante del collega ex PSG e ancora non in grado di garantire il livello di brillantezza dell’ex Sassuolo.

Il tanto atteso ritorno di Pogba si rivela sempre più un rebus: diversi pro, tanti contro. Riuscirà il francese a riprendersi subito la sua Juventus?

By Nicola Cosentino

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