Come cambierebbe il Napoli con l’arrivo di Raspadori?

RASPADORI NAPOLI – Dopo le pesantissime partenze di Koulibaly, Insigne e Mertens – e quelle potenziali di Fabiàn Ruiz e Zielinski – la stagione 2022/2023, per il Napoli, rappresenterà una sorta di vero e proprio anno zero. Gli arrivi di Kvaratskhelia, Ostigard e Kim si preannunciano più che intriganti, ma è chiaro che per i tifosi partenopei appare fisiologicamente complicato metabolizzare in così poco tempo l’addio contestuale di tre dei principali pilastri della storia recente azzurra; anche, e soprattutto, sul rettangolo verde, sarà necessario dare il tempo sufficiente ai nuovi volti di immergersi nella nuova – e di certo più blasonata – dimensione, consci anche di quanto sia complicato e responsabilizzante per gli stessi, andare a sostituire i sopracitati mostri sacri. Ai nomi già citati e ufficializzati dal sodalizio campano, potrebbe aggiungersi anche Giacomo Raspadori, da tempo nel mirino del direttore sportivo, Cristiano Giuntoli.

Come cambierebbe il Napoli con l’arrivo di Raspadori?

Il classe 2000 del Sassuolo rappresenta un elemento dal sicuro avvenire, oltre che potenziale prototipo di attaccante moderno. Già palesemente molto maturo, tanto in campo quanto fuori, il ragazzo ha dato sfoggio, nel corso delle ultime stagioni in neroverde, del suo importante repertorio. Bravissimo tanto a cucire il gioco e a dialogare con i compagni, quanto nei movimenti con e senza palla; freddo dinanzi alla porta, oltre che qualitativamente sopra la media in fase di rifinitura. L’eterogeneità – e ricchezza – del proprio biglietto da visita, quindi, rendono Jack un tassello che farebbe la fortuna di qualsiasi tecnico, indipendentemente dal sistema di gioco adottato.

Nel caso del Napoli – e di Spalletti – il nativo di Bentivoglio potrebbe fungere innanzitutto da sotto punta nel 4-2-3-1 azzurro (ruolo già molto ben interpretato nell’ultima, proficua, stagione in Emilia), alle spalle di Osimhen: una soluzione che, senza dubbio, metterebbe in condizioni ancora più favorevoli il centravanti nigeriano in termini di opportunità da sfruttare. Altra soluzione, potrebbe essere quella di attaccante esterno in un potenziale 4-3-3 con lo stesso ex Lille e, dall’altra parte, Lozano o Politano a completare il tridente.

Tuttavia, Raspadori è stato più volte impiegato anche come riferimento offensivo, nonostante le doti fisiche non eccelse. Considerata la sussistenza di caratteristiche del tutto differenti rispetto a Osimhen, il nazionale azzurro potrebbe rivelarsi una mossa tutt’altro che da disdegnare in caso di assenza del bomber africano o a margine di partite bloccate, al cospetto di avversarie chiuse e corte che potrebbero limitare l’attacco alla profondità, tanto caro alla gazzella nigeriana: in tal senso, la capacità di Raspadori di venire incontro, dare minori riferimenti e far venir fuori la retroguardia avversaria potrebbe risultare, una carta molto interessante a disposizione del tecnico di Certaldo.

By Nicola Cosentino

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