“A por la 14”, City ribaltato in 6 minuti: Rodrygo e Camavinga i conigli nel cilindro di Carletto

REAL MADRID RODRYGO CAMAVINGA – Santillana, giocatore del Real Madrid negli anni 80′, disse una volta: «Noventa minuti en el Bernabeu son molto longos». Passano gli anni ma questa affermazione continua a concretizzarsi, soprattutto in Champions League. In questa edizione europea è già accaduto ben tre volte che il Real Madrid riuscisse, ad un passo dal baratro, a ribaltare tutto. Prima col PSG, poi con il Chelsea, l’altro ieri sera con il Manchester City. Inoltre si tratta della prima squadra ad arrivare in finale dopo aver perso 3 partite nella fase ad eliminazione diretta.

Tutto in 6 minuti: Carlo svolta con Rodrygo e Camavinga

Davano tutti per morto il Real Madrid, compresi alcuni tifosi madrileni usciti dallo stadio allo scoccare del ’90. Atteggiamento davvero da rimproverare. “Tutto è possibile per chi crede”, dice il Vangelo. E i Blancos non hanno mai smesso di farlo, a cominciare da Mendy e Courtois miracolosi sui due tentativi a colpo sicuro di Grealish.

6 minuti di follia hanno rappresentato un ricorrente incubo nella carriera di Carletto Ancelotti che magari spesso si è svegliato nel cuore della notte ripensando alla gara di Istanbul, al folle black-out che permise al Liverpool (prossimo avversario in finale) di rimontare il Milan avanti di 3 reti. 6 minuti di follia che stavolta evocano un momento maledettamente felice: la rimonta porta la firma del tecnico di Reggiolo.

Toni Kroos, a fine partita, dirà: “Carlo ha chiesto a noi più esperti quali giocatori inserire ai supplementari e questo rende l’idea dell’allenatore che è…”. I conigli pescati dal cilindro però sono quelli buttati nella mischia durante i tempi regolamentari. Fuori al 68′ lo stesso Kroos, dentro Rodrygo. Fuori al 75′ Casemiro e Modric, dentro Asensio e Camavinga. Nel mezzo il gol quasi spaccapartita di Mahrez.

Al Real Madrid servivano disperatamente due gol per allungare la gara di un’altra mezz’ora e Carlo ha messo fuori tutto il trio di centrocampo, colonna portante delle ultime 4 Champions vinte dai Galacticos. Valverde si sposta di qualche metro più indietro affiancato da Camavinga, Rodrygo avanza davanti assieme ad Asensio, Vicinius e Benzema. Risultato? Delirio totale e City al tappeto.

Che impatto per i due ragazzini terribili

Che il momento di Rodrygo Goes fosse di fuoco era sotto gli occhi di tutti. Qualche giorno prima infatti aveva siglato una doppietta contro l’Espanyol, fondamentale per certificare la 35a liga del Real. Che fosse lui il protagonista del “caos” irrazionale racchiuso in quegli 88 secondi, invece, nessuno poteva prevederlo. Ad avvalorare ulteriormente il suo talento e la sua prestazione ci ha pensato O Rey Pelé in persona, dedicandogli un bellissimo post, un’investitura in piena regola. Il funambolo brasiliano è entrato in campo con la voglia di spaccare tutto: sul passaggio di Benzema, apparentemente preda di Ederson, Rodrygo si è fiondato come un pazzo anticipando di netto il portiere e riaprendo la sfida allo scoccare del recupero; un minuto dopo ha preso posto a centro area raccogliendo di testa, da attaccante vero, un cross perfetto di Carvajal spizzato da Asensio, e inchiodando la sfera sotto la traversa. Decisivo!

L’altra supersub, per usare il linguaggio di un gamer di Fifa, è sicuramente Eduardo Camavinga. Il modo e la personalità con cui si è caricato la squadra sulle spalle, reggendo praticamente da solo il centrocampo, fa impressione in rapporto ai suoi soli 19 anni d’età. Il suo ingresso a partita in corso (come si può leggere nel tweet di “Madrid Zone” in sovraimpressione) è sin qui sempre stato sinonimo di assurde rimonte. Senza tornare troppo indietro, nella gara contro il City per ben due volte ha servito un cioccolatino a Benzema: nella prima occasione Karim è riuscito a liberarsi dell’avversario e a calciare verso la porta, ma si trovava in fuorigioco; nella seconda occasione l’ha rimessa in mezzo trovando l’inserimento vincente di Rodrygo. Fondamentale poi il recupero palla e lo scarico del numero 25 nell’azione che porta al rigore. Ogni giocata, ogni tackle, ogni passaggio di Eduardo è stata sottolineato con grande trasporto dal pubblico, per tradizione molto esigente ma con un occhio per il talento. Se continua così, ci troveremmo di fronte ad un autentico Campione.

By Pasquale Ucciero

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