Sterling vicinissimo al Chelsea: come giocherebbe l’inglese nell’undici di Tuchel

STERLING CHELSEA – Sarà, con ogni probabilità, Raheem Sterling il primo acquisto del Chelsea nella sessione estiva del calciomercato 2022. Dopo 7 anni, 337 presenze, 131 goal e 94 assist si conclude, dunque, la tanto importante, quanto particolare, avventura del classe 94′ al Manchester City – durante la quale, a discapito dei numeri, non sono comunque mancati momenti di difficoltà, critiche e infortuni – con i Citizens che incasseranno circa 56 milioni di euro dalla cessione dell’attaccante ai Blues di Thomas Tuchel: proprio quest’ultimo avrebbe spinto con forza per l’acquisto dell’ex Liverpool in quanto rappresenterebbe un profilo di calciatore che – almeno per caratteristiche – potrebbe pienamente sposarsi con la filosofia tecnico-tattica del trainer tedesco.

Sterling a un passo dal Chelsea: come giocherebbe l’inglese nell’undici dei Blues

Il Chelsea targato Thomas Tuchel – compreso quello che trionfò straordinariamente, e meritatamente, nella finale di Champions League 2020/2021 – ha sempre dato la sensazione di muoversi in maniera maggiormente armonica senza un vero e proprio punto riferimento al centro dell’attacco londinese. Dalla mai piena consacrazione di Timo Werner (non in grado di raggiungere i livelli stratosferici di Lipsia), fino al fallimento totale targato Romelu Lukaku: nonostante i tantissimi esperimenti, l’ex coach del Borussia Dortmund ha quasi sempre preferito – in fin dei conti – affidarsi a gente brevilinea e tecnica, piuttosto che a profili maggiormente strutturati, ma meno dotati da un punto di vista qualitativo. Il modernissimo 3-4-2-1 del tecnico di Krumbach, infatti, mira a togliere qualsiasi punto di riferimento in zona offensiva agli avversari durante la fase di possesso, con i tre davanti che, spesso e volentieri, sono abili a scambiarsi di posizione lungo l’intero fronte offensivo al fine di far uscire le difese avversarie, aprire le maglie delle stesse e consentire l’inserimento dei centrocampisti e/o quello dei terzini (definirli tali, specie con riferimento a Reece James, appare molto più che un eufemismo).

Un tassello come Raheem Sterling, calciatore molto tecnico, abile nell’uno contro uno, molto rapido e bravo a dialogare con i compagni, potrebbe quindi rappresentare una pedina di grande importanza e funzionalità da integrare al già collaudato roster composto dai vari Mason Mount, Kai Havertz, Christian Pulisic, Hakim Ziyeck (quest’ultimo però in uscita e potenzialmente diretto verso il Milan) e lo stesso Timo Werner, sicuramente più centravanti rispetto ai tre “colleghi” poc’anzi citati, ma comunque più dinamico di una tradizionale prima punta in senso stretto.

Il nativo di Kingston potrebbe, quindi, trovare la perfetta collocazione nello slot da trequartista di sinistra da occupare alle spalle del “centravanti” dove, giocando larghissimo sull’esterno mancino, riuscirebbe a dare ampiezza alla manovra, creare spazi per il coinvolgimento dei compagni e sfoggiare tutta la propria qualità ed esplosività nell’uno contro uno. Tuttavia, in virtù delle peculiarità rimarcate con riferimento all’undici del Chelsea, e a quelle inerenti al calciatore, appare tutt’altro che improbabile che il nazionale inglese non possa non ritrovarsi anche sul lato opposto, o a ricoprire porzioni di campo più centrali nell’arco dei novanta minuti: in tal senso, avrebbe la possibilità di dar sfoggio delle proprie qualità da rifinitore, di creare i presupposti per attaccare la porta in maniera più scoppiettante e diretta rispetto a quanto difficilmente potrebbe fare una punta vecchio stampo e di occupare una posizione che aveva già rivestito in parte anche durante gli anni al Liverpool sotto le gestioni Reds targate Roy Hogdson e Brendan Rodgers dove, assieme a Luis Suarez e Daniel Sturridge, compose uno dei tridenti maggiormente determinanti dell’ultimo decennio, prostrandosi come uno dei talenti più scintillanti del panorama internazionale.

Premesse, a dire il vero, al momento non ancora del tutto mantenute: Sterling appare, di certo, un calciatore di assoluto spessore ma non ancora ciò che molti, probabilmente, si sarebbero aspettati potesse diventare a questo punto della sua carriera. La filosofia Blues incentrata sulla volontà di fare la partita tramite la – a tratti esasperata – ricerca della costruzione dal basso, velocità, intensità e rapidi scambi palla a terra, potrebbe di certo essere quella ideale per le caratteristiche del ragazzo, volenteroso di esprimersi in maniera meno codificata di quanto non fosse riuscito a fare, per alcuni tratti negli ultimi mesi, alla corte di Pep Guardiola. 

By Nicola Cosentino

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