​🤔 Tare: “Alla Lazio ero il parafulmine, non sono andato via per Sarri. Sull’accostamento al Napoli…”

Intervenuto sulle colonne del Corriere dello Sport, Igli Tare, ex direttore sportivo della Lazio, è tornato a parlare della separazione consumatasi la scorsa estate con il medesimo sodalizio capitolino.

“Via dalla Lazio per colpa di Sarri? Assolutamente no. È stato scritto tanto su questo punto, ma non è così. Ho parlato con Lotito: dopo 18 anni era arrivato il momento di lasciarsi in modo civile, senza strappi. Sarebbe stato imperdonabile per tutti. La Lazio è nel mio cuore. Ma avevo bisogno di guardarmi intorno, studiare, conoscere altre realtà.

Lui è un integralista, è vero, uno che vuole fare le cose a modo suo, è la sua cifra, la sua caratteristica. Chi lo prende, però, lo sa, non lo può cambiare. Io non ci ho mai litigato, ma non è facile, ha un modo suo di concepire il calcio e il lavoro. Anche Lotito gli somiglia: un presidente dal carattere fortissimo. A volte ho fatto da parafulmine fa parte del lavoro di un bravo dirigente – ma il mio matrimonio con la Lazio era arrivato al capolinea. Sarri non c’entra. Dopo tanti anni, senti la necessità di vedere altri mondi”.

“Intanto è agli ottavi di Champions con un turno d’anticipo. E poi ci vuole pazienza con i nuovi acquisti. Devono inserirsi, non sempre avviene in una settimana. È mancata anche un po’ di brillantezza offensiva. Può capitare, ma la stagione è lunga e la Lazio può recuperare”.

“Napoli? Non ho sentito nessuno, dunque la mia risposta è no. Poi nel calcio può accadere tutto in un attimo: guardate quello che è successo in Nazionale: Mancini che va via e arriva Spalletti. Il nostro è un mondo veloce in continua evoluzione. C’entrano le offerte economiche, ovvio, ma anche i progetti di un club. Aspetto l’offerta giusta.

Sempre in Italia? L’Italia è casa mia. Ho trascorso qui quasi la metà della mia vita. Ma non c’è solo la Serie A, e mi tengo aggiornato. Davanti a un progetto interessante potrei lavorare anche all’estero. Dipende anche dai valori che ha un club”.

“Simone Inzaghi era un predestinato: tutto il giorno a studiare calcio. Era normale che si migliorasse. Lo ha fatto con umiltà e impegno e ora è un tecnico completo. Se lo merita”.

By Nicola Cosentino

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