Dopo 18 anni, di cui 3 da calciatore e 15 in dirigenza, è terminata l’esperienza alla Lazio di Igli Tare. Dissapori con Maurizio Sarri, ma anche naturale conclusione di un ciclo, alla base della separazioni tra due parti che parevano inossidabili. Il direttore sportivo albanese è stato un personaggio piuttosto divisivo nell’ambiente biancoceleste: grandissimi investimenti a cifre esigue, calciatori pagati tanto che hanno reso ben al di sotto delle aspettative talvolta risultando addirittura delle meteore. Da un lato la capacità di ingaggiare e rendere vitali per il progetto elementi come Francesco Acerbi e capitan Ciro Immobile, dall’altro valutazioni sbagliate su Vedat Muriqi (ora esploso al Maiorca), Valon Berisha o Denis Vavro. Arrivati con status e conseguente hype, hanno visto il terreno di gioco molto di rado rivelandosi poco compatibili col calcio italiano. C’è tanto dell’acume del dirigente, però, dietro il secondo posto ottenuto quest’anno. Una corazza difensiva tutta italiana, perfetta per l’allenatore e ottenuta quasi a zero, è quella costituita da Ivan Provedel, Alessio Romagnoli e Nicolò Casale. Anche l’esplosione di Mattia Zaccagni, che a Verona sembrava anche per ruolo tutt’altro calciatore, è sotto gli occhi di tutti. Lucido ed efficace nel ricavare il meglio dal mercato italiano, spesso avventato e sprecone in territorio estero. Due facce di una stessa medaglia che si è rivelata a ogni modo splendente, nonostante qualche tratto di opacità.
TOP
Ciro Immobile
Mattia Zaccagni
Ivan Provedel
Alessio Romagnoli-Nicolò Casale
Francesco Acerbi
Sergej Milinkovic-Savic
Luis Alberto
FLOP
Vedat Muriqi
Maximiano
Valon Berisha
Denis Vavro
Mohamed Fares
Riza Durmisi