🔥 Un Luis Alberto in più per puntare alla Champions: così la Lazio può crederci

Esistono due Lazio diverse, una con Luis Alberto e l’altra senza. Indolente e umorale come quasi tutti i 10, arretrato sulla linea dei centrocampisti da Simone Inzaghi ha fatto per anni le fortune della sua Lazio. Continuità di rendimento e applicazione in tutte le zone e fasi della partita sono stati segnali di una crescita per certi versi inattesa, che lo ha portato negli anni a essere uno dei calciatori più decisivi del campionato. Assieme a Sergej Milinkovic-Savic ha dato vita e forma a uno dei reparti di centrocampo più competitivi non solo d’Italia ma d’Europa regalando spettacolo, assist e gol.

L’arrivo sulla panchina biancoceleste di Maurizio Sarri ha sensibilmente cambiato le cose. Con una difesa a 4 e non più a 3, l’allenatore ha dovuto rendere la squadra più equilibrata e la coesistenza tra lo spagnolo e il serbo è diventata un rebus. Nel corso dei primi 18 mesi della sua gestione Luis Alberto è stato spesso relegato in panchina e vicino alla cessione e la chimica tra i due non è mai scattata, nonostante il centrocampista offensivo abbia risolto diverse partite con giocate brillanti e incisive.

La sosta per il Mondiale, tuttavia, sembra aver cambiato qualcosa. Mentre tutti davano il calciatore lontano da Formello e dall’Italia, il mister dal ritiro avvertiva che fosse il più in forma di tutti. Potendo lavorare per più tempo con lui e su di lui, è riuscito a toccare le corde giuste e a inquadrarlo nel suo calcio. Sul più bello, però, sono sopraggiunti dei piccoli problemi fisici che ne hanno limitato l’utilizzo al rientro in campo. La Lazio ha cominciato con 1 solo punto nelle prime 2 gare del 2023 e la sterilità della manovra, soprattutto a vantaggio ottenuto, stava diventando un tema preoccupante.

Con un Sergente in ombra dopo il Qatar e un Ciro Immobile alla prima stagione costellata da infortuni, serviva qualcuno in grado di prendersi sulle spalle la squadra. Contro il Sassuolo Luis Alberto ha dimostrato di essere esattamente quella tipologia di leader, prettamente tecnico. Così dentro la manovra da sembrare regista, così proiettato in zona gol da confermarsi ancora più rifinitore che mai, così volenteroso di dimostrarsi adatto al 4-3-3 di Sarri da interpretare in maniera tatticamente impeccabile la gara. Nonostante non abbia regalato assist o siglato gol, il ritorno alla vittoria del Mapei Stadium porta la sua inconfutabile firma. Se la Lazio vuole credere al “miracolo” Champions League non può prescindere dall’inventiva e dalla qualità di questo calciatore, che ora anche il mister si coccola.

By Emanuele Garbato

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