Stasera a Tirana il Feyenoord sfiderà la Roma in una finale molto importante, seppur si tratti “solo” della terza competizione europea. Gli olandesi vent’anni fa vincevano la Coppa UEFA superando a Rotterdam il Borussia Dortmund. Poi da quel momento ci sono stati anni di forte declino in generale per tutti i club olandesi. Dunque questa sera per Slot ed i suoi ragazzi c’è tanto in palio, non solo per la storia del proprio club ma anche per quella dell’intero movimento calcistico olandese.
Per Arne Slot si tratta della prima finale della propria carriera. Ci arriva dopo una stagione al di sopra delle aspettative, non solo per il risultato ottenuto in campo continentale ma anche per una proposta calcistica innovativa e molto diversa rispetto ai recenti predecessori sulla panchina del Feyenoord (Van Bronckhorst, Stam, Advocaat). Una squadra che sa solo attaccare e stare alta, senza mai respirare e, soprattutto, far respirare l’avversario. Un dato che conferma ciò è il seguente: in Conference League la squadra di Slot è prima nella classifica dei tiri in porta derivati da recupero palla nella trequarti avversaria. Il discorso non cambia guardando alla Eredivisie.
Slot vuole un pressing altissimo nel tentativo di riconquistare la palla il più rapidamente possibile per poi cercare subito di trovare la via della rete. Una tipologia di calcio che richiede molte energie per i suoi interpreti ed una soglia d’attenzione altissima.
Probabilmente in questa finale la squadra ad avere maggiori pressioni è la Roma, visto che in quel di Rotterdam sono stupiti per la grande impresa compiuta arrivando in fondo alla competizione. Per questo motivo i giallorossi, che sono più forti sulla carta ed hanno in panchina un allenatore come Mourinho che sa come si vince in Europa, avranno il peso di dover portare a casa il trofeo e far alzare a capitan Pellegrini una coppa che rappresenterebbe un ottimo bigliettino da visita per l’ambizioso ciclo targato Mou.
