Massimo Ferrero, ex presidente e attuale socio di maggioranza della Sampdoria, è intervenuto ai microfoni de Lapresse svelando alcuni terrificanti retroscena personali, alcuni dei quali caratterizzati addirittura da minacce di morte. Queste – riprese da Calciomercato.com – le sue dichiarazioni:
“Pallottole? A casa mia, a Firenze, due tre anni fa ne è arrivata una e mi volevano uccidere. Un’altra è arrivata a casa mia a Roma e ultimamente è arrivata una pallottola con minacce a me e Garrone. Garrone ha fatto per dodici anni il presidente della Sampdoria e ha perso tantissimi soldi, si è offerto per darci una mano. Ma se noi andiamo da Garrone con la violenza…”.
“Ho denunciato tutti, chi mi minaccia, chi mi fa le pistole, chi mi dice che non devo andare a Genova. Si sono permessi di dire che a Genova la Digos mi deve fermare. Forse dovrebbe farlo con loro, per non farli più entrare allo stadio. I tifosi della Sampdoria non sono tutti così, sono un po’ divisi. Perché sono amato da tutte le parti, a Roma, a Milano. La Sampdoria deve vivere, deve restare in Serie A. Io non c’entro niente, sto lì alla finestra a guardare ma non è ostaggio della famiglia Ferrero, guai a chi tocca la Samp”.