Gattuso, Valencia prossima tappa: i migliori risultati ottenuti da Rino in Italia e all’estero

GATTUSO VALENCIA – È passato quasi un anno dall’ultima esperienza di Rino Gattuso come allenatore. La Fiorentina gli affidò la gestione del club il 25 maggio 2021, ma 23 giorni dopo l’annuncio ufficiale le strade si separarono per divergenze tecniche. Da quel momento l’ex Milan è rimasto senza panchina e ha rifiutato diverse offerte, concedendosi per forza di cose un anno sabbatico. Adesso è pronto a ripartire dal Valencia.

I migliori risultati ottenuti da Rino in Italia e all’estero

Il percorso all’ombra del Mestalla non è cominciato col piede giusto, frutto delle accuse dei tifosi valenciani che, alla pari di quelli del Tottenham (quando Rino era in orbita Spurs), si sono opposti al suo arrivo, affibiandogli l’etichetta di razzista. Gattuso ha risposto attraverso le pagine del Corriere della Sera, dove ha rivolto un messaggio ai sostenitori del “Pipistrello”: “Desidero solo fare il lavoro che mi piace, con tranquillità. Ed essere giudicato solo per quello. Per ciò che sono, davvero”.

Sorvolando su tali problemi, è interessante vedere da vicino i migliori risultati raggiunti dal tecnico calabrese in questi quasi 10 anni da allenatore. Di certo non rappresentano dei ricordi entusiasmanti gli inizi, all’estero con Sion e OFI Creta e in Italia col Palermo. Esperienze concluse con due esoneri e delle dimissioni.

La rinvincita col Pisa

Ad un anno di distanza dall’addio al club ellenico, Rino sottoscrive un biennale col Pisa in C per risollevare le sorti del club. Detto fatto. Nel giugno 2016 ottiene la promozione in B battendo in finale play-off il Foggia di Roberto De Zerbi. Si dimette un mese dopo, salvo poi ritornare in sella ai toscani una volta rientrata la crisi societaria. Le sue preoccupazioni però erano lecite e celebre è rimasto lo sfogo nel post partita con il Frosinone contro le inadempienze societarie, dimostrando una grandissima umanità. Il supplizio si concluderà con l’ultimo posto in classifica e la retrocessione in C. A fine campionato Gattuso annuncia l’addio ai nerazzurri.

Scelta di cuore: il ritorno al Milan

Subito dopo la separazione col Pisa, il Milan lo chiama per allenare la Primavera rossonera. La risposta non si fa attendere e Rino riabbraccia il club che ama e con il quale ha vinto tanto da calciatore. A fine novembre, visto anche un lavoro importante svolto con i giovani, viene promosso sulla panchina della prima squadra in sostituzione di Vincenzo Montella. L’avvio è da incubo: esordisce col Benevento che ottiene il primo storico punto in A proprio contro il Milan, segnando nel finale con gol del portiere. Pochi giorni dopo arriva la prima sconfitta europea contro il Rijeka. Nel girone di ritorno, la musica cambia. L’ex numero 8 conduce i suoi esattamente come faceva sul campo. In Europa i rossoneri eliminano ai sedicesimi di finale il Ludogorets, uscendo poi agli ottavi contro l’Arsenal; mentre in campionato ottengono il sesto posto, totalizzando ben 39 punti, alle spalle di Juventus e Napoli. In Coppa Italia il Milan raggiunge la finale di Roma, persa per 4-0 contro i bianconeri. Nella stagione successiva il bilancio è abbastanza simile: eliminazione ai gironi di Europa League dietro Betis Siviglia e Olympiacos, sconfitta contro la Lazio in semifinale di Coppa Italia e Supercoppa Italiana persa a favore della Juventus. In campionato la beffa finale, col Diavolo che vince l’ultima gara a Ferrara, ma alla luce delle contemporanee vittorie di Atalanta e Inter deve accontentarsi del 5° posto, mancando di un solo punto la qualificazione in Champions. I 68 punti rappresentano comunque il miglior bottino dal 2012/13. A fine stagione, Rino saluta Milanello.

Il primo trofeo col Napoli

Il percorso di Rino si tinge d’azzurro, c’è il Napoli ad accoglierlo. Per la seconda volta consecutiva in sella ad una big, subentra in corsa, stavolta al posto di Carletto Ancelotti, con la squadra settima in campionato ma qualificata agli ottavi di Champions. Un intreccio “padre-figlio”. Anche qui Gattuso debutta con una sconfitta, in casa contro il Parma. Il campionato si ferma per il lockdown causato dalla pandemia, alla ripresa – dopo un periodo davvero difficile per l’ex centrocampista tra miastenia e morte di sua sorella – Rino batte in finale di Coppa Italia la Juventus ai rigori e solleva al cielo il suo primo trofeo da tecnico, dedicandolo alla cara Francesca. In Champions viene eliminato nel doppio confronto contro il Barcellona, mentre in A conclude settimo, ma il successo in Coppa qualifica di diritto i partenopei in Europa League. Il secondo anno è fatto di più ombre che luci. La squadra alterna grandi prestazioni a brusche frenate, causate da un elevato numero di infortuni e diverse positività. Il bilancio finale dice: sconfitta in Supercoppa contro la Juventus; primo posto nel girone di Europa League, ma eliminazione ai sedicesimi contro il Granada; estromissione in semifinale di Coppa Italia per mano dell’Atalanta. In maniera identica a quanto accaduto col Milan, anche alla guida del Napoli arriva la grande amarezza nell’ultima gara di campionato, con l’aggravante che gli azzurri avevano il destino nelle proprie mani: il pareggio casalingo contro il Verona e le contestuali vittorie di Milan e Juve, condannano il Napoli al 5° posto a-1 dalla Champions, nonostante ben 77 punti totalizzati. A fine gara, il presidente De Laurentiis ufficializza la separazione con Rino.

Dopo la sfuggente parentesi viola e la prolungata inattività, “Il Vento e il Leone” (soprannome cucitogli addosso da Carlo Pellegatti) è pronto a riscattarsi e a lasciarsi i momenti no alle spalle. Valencia prossima tappa con una stagione tutta da scrivere.

 

 

By Pasquale Ucciero

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