La Copa América vinta nel 2021 ha grattato via le ultime (sterili) incertezze relative al suo elemento più rappresentativo, fino a quel momento protagonista di un rapporto complicato con la Nazionale, fatto da sogni non diventati realtà per centimetri e dettagli in diverse declinazioni. Dopo tale trionfo, Lionel Messi e l’Argentina hanno scoperto una nuova forma d’amore, alleggerita dalle pressioni e finalmente rinfrescata dalle ombrose polemiche delle quattro finali perse dal rosarino baciato dal Signore. Un successo che ha rinvigorito una rappresentativa ovviamente ascritta alla categorie delle eccellenze, ma che necessitava di questa tipologia di carburante per prepararsi a quella che viene percepita come una vera e propria missione.
#SelecciónMayor Llegamos a #Qatar, descansamos y volvimos al ruedo para activar nuestro #ModoMundial. #TodosJuntos pic.twitter.com/tFA273waF8
— Selección Argentina 🇦🇷 (@Argentina) November 17, 2022
La Scaloneta, com’è stata ribattezzata l’Albiceleste, guidata da un ottimo CT quale si è rivelato essere Lionel Scaloni, arriva all’appuntamento qatariota a un passo da un notevole record, quello del miglior filotto di partite terminate senza sconfitta. Attualmente a 36, un ulteriore risultato utile permetterebbe a Messi & co. di superare il record dell’Italia di Roberto Mancini. Numeri che aiutano a spiegare i meriti di un gruppo che ha imparato a conoscersi e ad apprezzarsi reciprocamente.
🏆 #SelecciónMayor – Amistoso
🎙️ @rodridepaul: “Llegamos bien al Mundial. Fue una buena prueba, era importante que no nos conviertan”. pic.twitter.com/iFvxYQHTzs
— Selección Argentina 🇦🇷 (@Argentina) November 16, 2022
Cos’è realmente cambiato nell’Argentina? Dove risiede la differenza tra un insieme di profili probabilmente meno talentuoso rispetto alle armate passate ma vincente? La risposta più concreta arriva probabilmente da un’enciclopedia del calcio quale Jorge Valdano (a proposito di argentini capace di alzare la Coppa del Mondo al cielo): “È una squadra, non una rappresentativa“. Sottolineatura volta a evidenziare come il gruppo abbia edificato fondamenta umane oltre che calcistiche, grazie alle quali i giocatori godono del tempo che passano insieme, fattispecie che ne ha unito gli intenti e fortificato la personalità collettiva.
Jorge Valdano, la Selección Argentina y las diferencias entre el fútbol sudamericano y el europeo. Una enciclopedia abierta.pic.twitter.com/Do3W4lkJLr
— VarskySports (@VarskySports) November 14, 2022
Un percorso, dunque, che ha visto l’Argentina giocare un calcio fatto di qualità, alimentata dal talento dei suoi elementi più estrosi, ma tanta tenacia, iniezione probabilmente lacunosa in passato (rapido riferimento: l’Argentina non ha subito gol in otto delle undici partite giocate nella vittoriosa edizione della Copa América). Il CT Scaloni è il direttore d’orchestra di una squadra che ha un calciatore differente come leader (e che è tra l’altro adorato, nell’accezione in un certo senso divina del termine, dai suoi compagni, che hanno accettato di buon grado tale status) e tanti elementi cresciuti in maniera esponenziale, perché stimolati dalle emozioni generate dalla maglia della Selección: De Paul è oramai uno degli sportivi più influenti del Paese, Dibu
Thiago Almada is the first ever MLS player to be called up to the Argentina national team for a World Cup. 🇦🇷 pic.twitter.com/rw0WO196r5
— Roy Nemer (@RoyNemer) November 17, 2022