Riassumere il 2023 dell’Inter non è facile. Sarebbe riduttivo soffermarci soltanto sull’attuale stagione in cui tutto sta andando a gonfie vele. Basti pensare che, nella scorsa Serie A, la squadra di Simone Inzaghi ha registrato un numero estremamente negativo (per gli standard nerazzurri) di sconfitte, ben 12! L’inizio dell’attuale Serie A, però, ci suggerisce come tutto sia cambiato con la finale di Champions League. La squadra viaggia su ritmi che in pochissimi riescono a contenere e sta mostrando un calcio. Da quella notte del 10 giugno sembra esser maturata e anche di tanto.
Riviviamo insieme il 2023 dei nerazzurri.
LA PARTITA
Impossibile non citare il ritorno della semifinale di Champions League contro il Milan terminato per 0-1, non tanto per il risultato o per la spettacolarità ma per l’importanza di una vittoria che rimarrà impressa nella mente dei tifosi interisti per parecchi anni. Partita che non ha dato molti spunti e non fa ricordare qualcosa in particolare oltre il goal, che pesa come un macigno, di Lautaro Martinez con conseguente esultanza sotto la Curva Nord prendendosi l’abbraccio di quella che è diventata la sua gente.
IL TOP PLAYER
Beh, c’è da chiederselo? L’argentino con la maglia numero 10 ha fatto registrare un 2023 da paura. Gol su gol su gol, infermabile, come un autentico Toro. La maturazione ottenuta durante quest’annata è paurosa. 29 reti con l’Inter in campionato durante un intero anno solare, numeri che gli permettono di prendersi il primato solitario scavalcando due giganti del calcio nerazzurro, Christian Vieri e Diego Milito fermi a 28. Lautaro è al top.
IL GOL
Di gol bellissimi ce ne sono tanti nell’anno nerazzurro. Il più importante, forse, resta quello di Lautaro Martinez contro il Milan. Un gol che farà sempre riaffiorare bei ricordi nelle menti dei tifosi interisti rimarrà quello di Hakan Calhanoglu contro il Barcellona. Forse, da quella sera, l’Inter ha fatto lo step mentale che l’ha portata ad essere una delle squadre più forti d’Europa. Per citarne uno spettacolare sicuramente c’è quello di Thuram contro il Milan, uno dei migliori dell’annata.
L’ESULTANZA
L’esultanza più calorosa e più bella non può che essere quella del match di ritorno di Champions League contro il Milan di Stefano Pioli. Conquistare una finale di Champions battendo una vostra storica è una delle gioie e delle emozioni più intense che possano esistere nel mondo del calcio.
LA SORPRESA
Le sorprese non sorprese potrebbero essere due, Marcus Thuram e Matteo Darmian. Il primo, arrivato in silenzio a parametro zero ha saputo ammutolire tutti coloro che già lo criticavano per qualche amichevole sottotono e si è integrato nella causa nerazzurra in una maniera che, probabilmente, nemmeno lui avrebbe potuto immaginare. Il secondo è davvero una piacevolissima sorpresa, anche in ottica Nazionale. Giocatore completo, perfetto, leader silenzioso e uomo spogliatoio d’eccezione. Le sue prestazioni, sempre puntuali gli fanno ottenere la palma di giocatore dell’anno. Chissà se avesse 10 anni in meno, oggi, quanto varrebbe…
LA POLEMICA
L’addio di Lukaku non può di certo passare in sordina. Il belga, nel suo silenzio, ha fatto tantissimo rumore scatenando l’ira dei tifosi che al suo ritorno a San Siro l’hanno bombardato di fischi. Prima la promessa che sarebbe ritornato in nerazzurro che ha “forzato” la cessione di Dzeko al Fenerbhace, poi il flirt con la Juventus (il vero motivo della rabbia del tifo nerazzurro) e con l’Arabia Saudita fino ad arrivare alla firma con la Roma di Josè Mourinho che ha culminato una storia strana e troppo complicata per tirare delle conclusioni.
IL FLOP
Indubbiamente Joaquin Correa. L’argentino ha fallito in nerazzurro e da ciò è scaturito l’addio. Addio che, però, potrebbe non essere definitivo a causa di una clausola nel suo contratto che prevede il riscatto obbligatorio solo nel caso in cui il Marsiglia si qualifichi in Champions League. Dunque, c’è una possibilità di vedere un Correa 3.0 dopo le prime due esperienze estremamente sottotono. Con la tifoseria nerazzurra non è mai scattato il feeling, mentre con mister Inzaghi c’era dai tempi della Lazio ma si è dissolto nel tempo.
LA STATISTICA
La statistica più clamorosa è quella sulla differenza reti, +34. 39 gol fatti in 16 partite e 7 subiti in altrettante gare in questa Serie A. Solo SETTE!. La difesa bunker e l’attacco stellare stanno permettendo ai nerazzurri di essere in cima alla classifica più che meritatamente. Così, la seconda stella, non è poi lontanissima…