ITALIANO FIORENTINA – Nonostante il ritorno in una competizione europea, la Conference League, il post-season della Fiorentina non è stato dei più sereni. La separazione con un protagonista della stagione come Lucas Torreira e le tante difficoltà nel chiudere operazioni in entrata (Grillitsch su tutti) hanno rabbuiato i tifosi nonostante il settimo posto raggiunto al termine di un campionato di grande crescita.
A rasserenare gli animi e dare reali prospettive future al club non sono stati colpi di mercato o dichiarazioni del presidente Rocco Commisso, ma il rinnovo di contratto di Vincenzo Italiano. Non ci sono dubbi che l’ex allenatore dello Spezia sia stato tra i principali artefici della cavalcata che ha riportato la Viola lontanissima dalla zona salvezza che le era appartenuta nelle precedenti stagioni.
Vincenzo Italiano ha portato la Fiorentina in 🇪🇺 dopo un’attesa di 6 anni. E lo ha fatto migliorando di 22 punti la classifica della squadra, rispetto alla scorsa stagione. Nessuno meglio di lui in questo rapporto.
— Gabriele Grizzuti (@jjpauz) May 23, 2022
22 punti in più rispetto al campionato 2020/21 sono un’enormità che non si può spiegare soltanto con una sessione di mercato comunque più che positiva. Odriozola, anche e soprattutto Torreira, Nico Gonzalez e anche se solo a tratti lo stesso Ikoné giunto a gennaio hanno dato internazionalità e verve alla rosa, ma da soli non avrebbero potuto mutare tanto profondamente l’inerzia della stagione.
Ciò che Italiano ha saputo trasmettere è una forte identità di gioco, a volte persino sfrontata, in cui l’intero gruppo si è rispecchiato e per cui lo spogliatoio tutto si è battuto. Le certezze trasmesse dalla panchina hanno favorito l’affermazione di Igor, a suo agio con la linea difensiva altissima proposta, l’integrazione di Youssef Maleh, la continuità di Gaetano Castrovilli e la consacrazione definitiva di Dusan Vlahovic.
La grandezza del lavoro del mister la si comprende pensando a come la squadra abbia saputo assorbire prima l’addio a gennaio dell’implacabile attaccante serbo e poi il gravissimo infortunio al crociato del numero 10. Pur perdendo riferimenti importanti, attraverso la pratica quotidiana ne sono emersi sempre di nuovi. Nonostante Piatek e Cabral non siano riusciti a sostituire sul piano realizzativo Vlahovic, la Fiorentina ha trovato nuove strade e nuovi uomini per centrare la porta.
Nell’ultima stagione la Viola è stata più forte delle tante avversità perché ha avuto una guida forte e sicura, a tratti visionaria. Con Italiano ancora in panchina, a prescindere da qualsiasi rumor di mercato, il processo di crescita della squadra proseguirà. La permanenza di un professionista tanto preparato e ambizioso è la garanzia della serietà e della continuità del progetto di Commisso.