👎🏻 Il Napoli annienta e ridimensiona la Juve: le 3️⃣ ragioni della batosta 🔍

In seguito alle 8 vittorie consecutive senza subire gol, la Juventus sembrava rinata. Archiviata un’eliminazione ai gironi di Champions League clamorosa e la difficoltà di ottenere risultati anche in campionato dei primi mesi, con un centrocampo più giovane e dinamico e un sistema di gioco prudente la squadra di Massimiliano Allegri pareva in grado di portare ogni partita nei propri binari come nei giorni migliori degli anni che furono. Questo cumulo di certezze autoimposte si è rivelato sorprendentemente aleatorio nei 90 minuti del “Maradona” contro il Napoli. Neppure il 5-1 finale racconta fino in fondo i limiti che sono emersi tra le fila bianconere.

  1. Le assenze contemporanee di Leonardo BonucciPaul Pogba Dusan Vlahovic (senza dimenticare i terzini destri Juan Cuadrado Mattia De Sciglio) sono ancora insostenibili in gare di cartello.
  2. La scelta dell’allenatore di privarsi di Nicolò Fagioli Fabio Miretti dal 1′ e di panchinare anche Leandro Paredes ha messo a nudo un’evidenza che non può più essere taciuta: affrontare una big quale la compagine azzurra rinunciando all’idea di poter imporre i propri ritmi in mediana è ai limiti dell’impossibile. La presenza di Federico ChiesaFilip KosticAngel Di Maria Arek Milik non è sufficiente se questi sono tenuti troppo lontani dalla porta. El Fideo ha incantato ogni volta che ha toccato palla, ma isolato dietro la punta nel 3-5-1-1 è stato servito pochissime volte.
  3. La qualità non basta, dunque, se non ottimizzata al fine di incidere offensivamente. Se la produzione offensiva è stata sterile come spesso accade, al netto dell’accentuazione dettata da un centrocampo affatto avvezzo a trovare la verticalità, la vera nuova nota dolente è stata costituita dal reparto arretrato. La scelta di difendere a 3 con due terzini di ruolo ai lati di Gleison Bremer quali Danilo e Alex Sandro non ha per nulla pagato. Troppo fragile la catena di destra formata dal capitano e da Chiesa al cospetto di due demoni quali Mario Rui Kvara. Senza le giuste distanze e gli opportuni ripiegamenti, per il georgiano è stato sin troppo semplice portare palla o aprire spazi in zone di campo mal presidiate dagli avversari. Troppo ingabbiati per spingere, troppo sguarniti per coprire: su quella fascia la partita è girata in maniera definitiva. La prestazione horror dell’unico centrale di ruolo è un unicum, ma già nei due anni passati il calciatore aveva dimostrato di soffrire tremendamente Victor Osimhen. L’1vs1 è stato impietoso e ha tolto progressivamente certezze all’ex Torino, il quale ha iniziato a commettere errori basilari.

Dalla tremenda notte di venerdì la Juventus esce ridimensionata. Il tema dell’attualità della proposta calcistica di Allegri torna a essere scottante, ma il mister non pare particolarmente orientato a cambiare linea. Dirigenza e allenatore dovranno tenere fitti dialoghi per costruire un futuro ben diverso dal presente, in cui le caratteristiche della squadra e i dettami tecnico-tattici secondo cui essa scende in campo appaiono abbastanza distanti.

By Emanuele Garbato

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Post correlati