Compagno, Retegui e tutti gli altri: le scoperte di Mancini in Nazionale

L’arte dell’arrangiamento, si sa, ha sempre contraddistinto noi italiani nelle molteplici sfaccettature della vita. Se dovessimo esprimere in un concetto il percorso a cui Mancini ha dato vita dall’avvento sulla panchina dell’Italia ad oggi, concetto più azzeccato non esisterebbe se non questo. Per intenderci, però, ci vediamo costretti ad evidenziare tale aspetto, non per mancanze del tecnico, bensì per quella oggettiva carenza di giocatori di classe nel nostro paese.

L’Italia ha vissuto epoche d’oro. Lo sappiamo. Anni in cui vigevano ballottaggi del calibro di: Toni-Gilardino, Inzaghi-Vieri, Del Piero-Totti, Schillaci-Vialli e via discorrendo. Anni costernati di successi e di grande imprese.

 

Dopo il Mondiale del 2006 vinto in Germania dalla nostra rappresentativa, però, qualcosa sembra essere cambiato. Insuccessi, clamorose eliminazioni, due mancate partecipazioni ai Mondiali. Tutto ciò, frutto di un movimento che fatica a forgiare giocatori capaci di fare la differenza ed inserirli in contesti funzionali. Dopo il flop Ventura, eliminato nello spareggio contro la Svezia per il Mondiale in Russia, la Federazione ha deciso di affidare la rifondazione del movimento a Roberto Mancini.

Le scoperte di Mancini

Giunto sulla panchina dell’Italia nel 2018, subito dopo l’uscita di Ventura, Mancini si è spesso scontrato con problematiche e limiti oggettivi di tutto il movimento. Nonostante tutto, però, è stato capace di riportare l’Italia sul tetto d’Europa nel 2021, con la finale dell’Europeo vinta a Wembley contro i padroni di casa dell’Inghilterra. Per fare ciò, il ct, ha dovuto più volte inventarsi alternative, al fine di rendere competitiva la rosa.

Emblematico è il caso Zaniolo, convocato nella Nazionale maggiore quando vantava ancora zero presenze in Serie A. A dimostrazione che alle volte il talento bisogna anche essere in grado di individuarlo. I casi susseguitesi sono stati tanti e hanno sempre confermato quanto Mancini sia attento ai giovani e allo sviluppo di una particolare fascia d’età.

I capolavori di ricerca del talento riguardano poi altri profili, oltre a quello di Zaniolo. Non può infatti passare inosservato Vincenzo Grifo, sconosciuto ai più in Italia prima delle convocazioni è adesso diventato un quasi assiduo frequentatore di Coverciano. Wilfried Gnonto, baby prodigio classe 2003 che si sta mettendo in mostra con la maglia del Leeds United. Per arrivare agli attuali casi di Andrea Compagno, capocannoniere del campionato rumeno con 26 reti realizzate con la maglia della Steaua Bucarest; e Mateo Retegui, attaccante argentino naturalizzato italiano in prestito al Tigre dal Boca Junior.

I casi, come possiamo vedere, sono tanti, proprio come sono tanti gli esordi sotto l’era Mancini. Questo è avvenuto probabilmente per due motivi: il primo riguarda sicuramente l’aspetto meritocratico, il secondo riguarda l’assenza di “intoccabili”. Perché è pur sempre vero che mancata qualificazione a parte, l’Italia resta sempre una squadra competitiva, ma il concetto di campione, nell’organico azzurro, attualmente manca. E proprio come con la figura dell’attaccante, che Mancini sta cercando di inventarsi con le fantasiose convocazioni di Compagno e Retegui, anche per la mancanza di materiale di primo livello negli altri reparti il ct ha dato vita ad una lunga serie di esordi. Li elenchiamo: Politano (Arabia Saudita); Caldara, Mandragora e Berardi (Francia); Baselli (Paesi Bassi); Biraghi (Polonia); Emerson e Lazzari (Portogallo), Barella e Piccini (Ucraina), Lasagna (in Polonia); Sensi, Grifo e Kean (Usa), Zaniolo (Finlandia), Izzo, Mancini, Pavoletti (Liechtenstein); Di Lorenzo e Tonali (in Liechtenstein), Castrovilli e Gollini (in Bosnia Erzegovina), Orsolini e Meret (Armenia), Locatelli (nei Paesi Bassi), Caputo e Cragno (Moldova), Bastoni, Pessina, Pellegri, Lu. Pellegrini e Calabria (Estonia), Toloi (in Lituania), Ferrari (San Marino), Raspadori (Rep. Ceca), Scamacca (Lituania), Joao Pedro (Nord Macedonia), Zaccagni (in Turchia), Frattesi, Gnonto, Pobega, Dimarco, S. Ricci, Cancellieri (Germania), Zerbin (Ungheria), Gatti, S. Esposito (in Inghilterra), Scalvini, Caprari, Luiz Felipe (in Germania).

By Demetrio Oriolo

Durante il percorso di formazione classica ho sviluppato l'interesse per il giornalismo. Mi sono immerso nel mondo dell'informazione nel 2016, prendendo parte ad alcuni progetti in via di sviluppo, salvo poi continuare questo percorso di formazione e di crescita lavorando per prestigiosi progetti quali "Il Calcio Calabrese", "Calciomercato Report", "La Politica del Popolo" e "Calciatori Ignoranti". Sono uno dei fondatori del blog "Carpe Ideam". Nel corso degli anni ho collaborato con le testate "La Notizia Sportiva", "Pianeta Serie B" e "Calabria Live" e con il blog "Pianeta Champions" nel ruolo di editorialista. Vanto diverse pubblicazioni con "Il Quotidiano del Sud".

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