Il difensore del Bologna, Lorenzo De Silvestri, ha rilasciato un’intervista all’edizione online del quotidiano Domani. Di seguito le sue parole riportate da TMW:
GLI INIZI – “Mio padre mi ha inculcato lo spirito del sacrificio, ci sono voluti alcuni anni per convincerlo sul calcio. Per questo ho iniziato tardi, a 12 anni”.
L’ESORDIO IN SERIE A CON DELIO ROSSI – “È il mio padre calcistico, mi ha disciplinato a livello tecnico e tattico. Ha investito tanto su di me. Senza di lui non sarei diventato il calciatore che sono”.
LA CARRIERA – “Genova rappresenta l’amore, perché lì ho conosciuto la mia anima gemella Carlotta, diventata mia moglie. A livello calcistico gli anni della Sampdoria mi hanno consacrato. A Torino ho vissuto la mia stagione migliore a livello realizzativo”.
MIHAJLOVIC – “È stato il mio secondo padre. Mi ha insegnato a prendere di petto ogni situazione. Mi ha fatto piangere quando non mi schierava titolare a Firenze, io che mi consideravo già arrivato e iniziavo già a tirarmela inconsciamente. C’è sempre stato e c’è sempre per me, come io ci sarò sempre per i suoi figli”.
LA COPPA ITALIA – “Un trofeo vinto da un gruppo che vale. Il nostro motto We are one non è uno slogan acchiappalike. Noi siamo veramente una famiglia”.
IL PRESIDENTE SAPUTO – “Una gestione lungimirante, fatta di semina e di raccolta. Il presidente è autoritario ma come tutti i grandi leader sa delegare. Saputo ha un’aura particolare, è sempre presente ma non invadente, è schivo ma cura tutti i dettagli, per dire conosce tutti i nomi di mogli, fidanzate, figli”.
VINCENZO ITALIANO . “Si è seduto su una panchina che scottava. Ci ha convinto delle sue idee, ha alzato il baricentro del pressing, con un gioco aggressivo e dominante. È preparatissimo, ci dà mille indicazioni”.
L’ESCLUSIONE DALLA LISTA UEFA: “All’inizio ci sono rimasto male, poi ci siamo parlati faccia a faccia, mi ha fatto delle promesse ed è stato di parola”.