Alla scoperta di Oliver Glasner, l’artefice della favola Eintracht

GLASNER EINTRACHT FRANKFURT – Eintracht Frankfurt-Rangers sarà la sorprendente finale di Europa League in programma a Siviglia il prossimo 18 Maggio. Una finale da pochissimi pronosticata agli albori della manifestazione ma di certo quella che per quanto sancito, e palesato, dal campo appare la più giusta e calcisticamente “meritocratica”. Soffermandoci sui tedeschi, è impossibile non elogiare l’operato di Oliver Glasner, tecnico e artefice della strepitosa cavalcata delle Aquile nella prestigiosa manifestazione.

I trascorsi da calciatore

Nato a Salisburgo nell’estate del 1974, il difensore austriaco lega la quasi totalità della sua carriera ai connazionali del Ried, debuttando in Bundesliga nel 1995 in un match vinto contro il Rapid Vienna. Nel 2003 il passaggio al LASK Linz, parentesi poco fruttuosa che lo spinge, appena un anno dopo, a fare ritorno alla suddetta casa madre: nell’Alta Austria, concluderà la sua carriera nel 2011 anche, e soprattutto, a causa di un’emorragia cerebrale rimediata in un match proprio contro i biancoverdi che lo costringerà a un delicato intervento e poi, su consiglio dei medici, ad appendere gli scarpini al chiodo. Una Erste Liga (Serie B austriaca) e due Coppe d’Austria dopo.

La carriera da allenatore

Comincia la sua carriera post-calcio giocato nella sua città natale, prima nelle vesti di collaboratore tecnico e poi, nel 2014, in quelle di vice allenatore di Roger Schmidt al Salisburgo. Dopo un incarico ad interim al Liefering, nel 2014/2015 torna al Ried in qualità di guida tecnica del club simbolo della sua carriera da giocatore, prima dell’approdo al LASK Linz nella duplice veste di allenatore-ds: qui, Glasner, vince la Erste Liga, riportando i bianconeri nella massima serie austriaca. Dopo 4 anni e 197 partite, Oliver approda nella più prestigiosa Bundesliga tedesca, firmando con il Wolfsburg. Con i Lupi, il tecnico ottiene un settimo posto nella prima stagione alla guida del club di proprietà della Volkswagen, venendo eliminato agli Ottavi di Finale di Europa League. Stesso esito nella poc’anzi citata competizione nella stagione successiva, ma decisamente notevole il percorso in campionato: quarto posto e qualificazione alla Champions League 2021/2022 in cascina.

L’approdo all’Eintracht Frankfurt e la splendida cavalcata in EL

L’approccio con la nuova sfida non è di certo dei migliori, tant’è che l’attuale dodicesimo posto in classifica ne è la più chiara ed efficace testimonianza. Tuttavia, nel calcio alcune annate nascono in maniera strana e si concludono in maniera altrettanto clamorosa. Un po’ come si può dedurre dal clamoroso percorso condotto in Europa League che ha a dir poco del miracolo e non può che abbondantemente attenuare lo zoppicante percorso condotto tra i confini nazionali: 12 partite, 7 successi, 5 pareggi e 0 (Z-E-R-O) sconfitte in una campagna europea che per numeri, rendimento e prestazioni ha a dir poco del mistico. In tutto ciò gli scalpi di squadre sulla carta molto più quotate come Betis Siviglia, West Ham e, nel mezzo, addirittura il Barcellona di Xavi, lanciatissimo in campionato al momento del doppio confronto ai Quarti di Finale e favoritissimo per la vittoria finale, ma letteralmente annichilito al Camp Nou dall’intensità infernale, dall’organizzazione e dal pragmatismo dei tedeschi.

 

Una finale, quella contro in programma contro i Rangers, sicuramente inattesa, ma di certo meritata e che, oltre a consentire ai ragazzi di Oliver Glasner di “rimediare” in maniera a dir poco clamorosa all’opaco rendimento in campionato, potrebbe regalare un trofeo atteso da La Diva dal Meno da oltre quarant’anni, proiettando il preparatissimo tecnico di Salisburgo nella storia del calcio tedesco e continentale.

 

 

By Nicola Cosentino

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