L’infortunio di Neymar ha cambiato i piani del CT Tite, ma nonostante l’inconveniente il Brasile è riuscito a vincere anche la seconda partita del proprio girone contro una rocciosa, fastidiosa e difensivamente arcigna Svizzera. Perdendo il proprio calciatore di maggior talento e imprevedibilità, la Selezione verdeoro si è dovuta reinventare in una nuova veste tattica. Lo schieramento iper-offensivo col solo Casemiro, aiutato da Lucas Paquetà, a proteggere 4 attaccanti veri utilizzato all’esordio contro la Serbia non è infatti stato riproposto. La ragione non sta solo nell’inevitabile calo negli ultimi 20 metri causato dall’assenza della stella della Nazionale, ma anche dal contestuale infortunio di Danilo.
Il terzino destro, trasformatosi negli anni alla Juventus in un calciatore totale, in fase di possesso si alzava ed accentrava contribuendo coi piedi decisamente educati e la visione di gioco a dare fluidità, ritmo e idee alla manovra del Brasile. Non possedendo nessun difensore (ma neanche alcun centrocampista) con le stesse caratteristiche, l’allenatore è passato dal 4-2-3-1 al 4-3-3. Paquetà si è ulteriormente abbassato per aiutare il mediano che ha deciso la partita e accanto a loro ha giocato Fred. La cifra tecnica è decisamente calata, ma in compenso la solidità difensiva (grazie anche all’utilizzo di Eder Militao come terzino destro adattato) non è mutata. Due match dei Mondiali in Qatar disputati e 2 clean sheet a referto per Alisson.
Rispetto alla gara con la Serbia la mole di occasioni create è stata nettamente inferiore, ma lo spirito mostrato in campo è lo stesso. Quando la squadra sudamericana ha avviato il forcing ha prodotto un numero più che discreto di pericoli riuscendo ad arrivare in zona gol con una frequenza che nessun’altra Nazionale ha sin qui mostrato. In seguito allo splendido gol di Casemiro è poi emerso un altro tema: l’efficacia in contropiede di Vinicius Jr e del subentrato Rodrygo, compagno di squadra anche al Real Madrid, è aliena. Entrambi hanno difettato in concretezza, peccando nei momenti chiave ed eccedendo in giocate più estetiche che funzionali. Calciatori reduci da una Champions League vinta da protagonisti assoluti, però, hanno già palesato di sapersi adattare alle partite e di poter interpretare anche canovacci più risultatisti.
Il Brasile senza Neymar è dunque una squadra diversa. Meno brillante, ma altrettanto feroce. Meno ispirata, ma altrettanto concentrata. Non basterà il suo infortunio per non considerare la Selezione di Tite tra le maggiori favorite alla vittoria. Se poi la sua caviglia guarisse in tempi celeri, il potenziale della squadra diverrebbe ancora più esplosivo.
