La solitudine dei numeri primi: uno sguardo alla stagione di Cristiano Ronaldo

RONALDO NUMERI STAGIONALI – La pesantissima sconfitta per 4-0 rimediata sabato pomeriggio all’Amex Stadium per mano del Brighton ha certificato non solo la mancata qualificazione del Manchester United alla prossima edizione della Champions League ma, contestualmente, anche l’imminente chiusura di una stagione a dir poco da dimenticare, perfetto riassunto dell’oggettiva parabola discendente nella quale il glorioso club inglese pare essere, oramai da anni, precipitato. Per risollevare le sorti dei Red Devils ai più poteva sembrare sufficiente il ritorno del figliol prodigo, Cristiano Ronaldo. Tuttavia, nemmeno i record, lo status e la presenza di un totem del livello alieno dell’asso portoghese pare abbiano portato ai risultati sperati.

I numeri di CR7 in Premier League

Il grandissimo entusiasmo dettato dal ritorno a casa del cinque volte Pallone d’Oro, che aveva arricchito l’approdo in quel di Manchester anche di calciatori di qualità spaziale come Sancho e Varane, non è stato ripagato dai risultati dei Diavoli Rossi. A tal proposito, a testimoniare la disastrosa stagione di una squadra apparsa senza gioco, cuore e identità, aldilà dei risultati, vi è una considerazione all’apparenza eloquente: il classe 85′ è stato sicuramente tra i “migliori” (o meno peggio) della squadra in termini di rendimento nonostante, da un punto di vista prettamente numerico/statistico, il fenomeno di Funchal non abbia ma segnato così “poco” dalla stagione 2008/2009.

18 reti fin qui siglate in 30 partite di Premier League: non accadeva addirittura dalla suddetta annata, quella in cui Cristiano vestiva per l’ultima stagione, prima del suo approdo al Real Madrid, la pesante casacca rossa. Da lì numeri, nel complesso, stratosferici con il picco dei clamorosi 48 centri nella Liga 2014/2015 e le “appena” 21 della prima stagione alla Juventus, nella quale comunque il portoghese aveva registrato un impatto di assoluto spessore con sigilli spesso decisivi in tutte le competizioni per il percorso 2018/2019 della Vecchia Signora.

Capitolo Champions

Il Re della massima competizione continentale, con 6 reti in 5 partite nella fase a gironi, ha rinforzato il suo primato di massimo goleador europeo raggiungendo quota 140. Delle suddette 6 marcature, 3 sono risultate decisive tra andata e ritorno contro l’Atalanta e 2, altresì, nel doppio confronto contro il Villareal prima della scialba eliminazione per mano dell’Atletico Madrid negli Ottavi di Finale a margine della quale nemmeno Cristiano era riuscito a incidere. Zero, invece, i centri in EFL Cup ed FA Cup, con i Red Devils prematuramente eliminati da, rispettivamente, Aston Villa e Middlesbrough.

Numeri sulla carta tutt’altro che banali per qualsiasi calciatore, ulteriormente valorizzati dalla pessima annata inanellata a livello collettivo della squadra e dal mai idilliaco feeling instaurato con Solskjaer prima e, soprattutto, Rangnick poi, ma è chiaro che per un calciatore che ha segnato la storia recente del calcio con statistiche perennemente da extra-terrestre anche un calo fino a standard più “umani” come quelli attuali non possa che far riflettere e portare a una profonda analisi di carattere generale.

Esiste una Champions League senza Cristiano Ronaldo? Ma, soprattutto, può davvero Cristiano Ronaldo accettare di non calcare il palcoscenico del massimo torneo del Vecchio Continente, anche se per una sola stagione? Quesiti sicuramente non irrilevanti e che, dopo il mancato raggiungimento del quarto posto da parte del Manchester United, aprono a delle inevitabili riflessioni su quello che sarà il futuro del massimo goleador della competizione.

 

By Nicola Cosentino

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