De Bruyne-Foden, tecnica e pensiero hanno disorientato il Real Madrid

Della partita tra Manchester City e Real Madrid si è detto tanto, ma ogni parola scritta non sarà sufficientemente chiara e tecnicmente giusta per raccontare le emozioni percepite nel cuore e sulla pelle al cospetto dai tanta qualità. Giocate scintillanti, tanti gol, una squadra che prevalso sul piano del gioco (il City), l’altra che ha confermato per l’ennesima volta di essere costruita per i grandi appuntamenti (I Galacticos). Attendiamo il ritorno ma, nel frattempo, consegniamo due – non una – corona di MVP per la gara dell’Etihad.

De Bruyne e Foden, giocatori differenti.

A detta di chi scrive, era troppo complicato – forse impossibile – scegliere un migliore, dunque l’aggrovigliata serie di ballottaggi si è esaurita con lo sdoppiamento della palma di vincitore. Kevin De Bruyne e Phil Foden: sono loro a essersi presa la scena. Del belga abbiamo già parlato – come tanti in questi anni -, presentandolo come l’uomo più in forma e probabilmente cruciale per il sublime ingranaggio di Pep Guardiola. KDB ha confermato e ridimensionato tutte le asserzioni riservategli, in un processo di continuo miglioramento che non sembra esaurirsi. Un gol, un assist, infinito calcio per lui.

Phil Foden, incommensurabile talento benedetto da Guardiola e da tutto il mondo del calcio, ha offerto pennellate di talento in termini di tecnica individuale e applicata, oltre al gol del momentaneo 3-1. Dinamico, elegante, qualitativo, in un certo senso aristocraticamente sfacciato. Il classe 2000 – oramai un titolare degli inglesi – parla la lingua dei migliori. Keep up the good work, Phil.

By Redazione PianetaChampions

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